La missione di don Oreste Benzi è stata principalmente “salvaguardare la vita delle creature più piccole, dei bimbi fin dal seno materno“. Secondo il fondatore dell’Associazione Papa Giovanni XXIII “la difesa della vita contiene in sé la festa della vita”. Soprattutto gli adolescenti e i giovani avvertono “quando l’incontro con Dio è festa, è gioia, è simpaticità di vita“. Quindi la salvezza della vita nel seno materno diventerà sempre più possibile nella misura che tutti gli uomini avranno il canto della vita, l’entusiasmo della vita. E allora parto proprio dalla funzione, dalla missione, dalla bellezza della vita dei nostri portatori di handicap. Don Benzi richiama la parola di Geremia al capitolo 30. In un fascio di luce profetico descrive come sarà il futuro popolo di Dio, che così risponderà all’amore di Dio. Cammineranno sulla via piana, dice il profeta. E tra di loro ci saranno lo zoppo, il cieco, la donna incinta e la partoriente. Sono quattro espressioni della debolezza dell’essere umano. Geremia fa capire come, quanto più è debole l’essere umano, tanto più il suo ruolo è fondamentale. E sottolinea che lo zoppo, il cieco, la donna incinta e la partoriente cammineranno in mezzo al suo popolo. Questo significa che il passo del popolo di Dio è segnato proprio da queste categorie di persone più deboli.

L’amore secondo don Benzi
Quando si parla della donna incinta– don Oreste Benzi cita Isaia 54,1– non si intende soltanto la donna che porta in grembo il bambino, ma anche la donna che rigenera nell’amore il bambino. La procreazione biologica, infatti, è soltanto l’inizio dell’esistenza, che continua a generarsi. “Si diventa veramente padre e madre nella misura che si rigenera nell’amore- osserva don Benzi-. Questo lo constato tutti i giorni nelle Case Famiglia che abbiamo nella Comunità Papa Giovanni XXIII, caratterizzate dalla presenza di figure genitoriali stabili e continuative, dove, accanto ai figli naturali, crescono i figli rigenerati nell’amore”. In ogni stato di vita si può e si deve esercitare la paternità e la maternità. La vita diventa veramente tale quando viene rigenerata ogni giorno. Il legame fisiologico è fragile, ma il legame spirituale e soprannaturale diventa una fortezza. “Quanto più crescerà la conoscenza del dono della vita, e lo rispetteremo e lo vivremo, tanto più salveremo i bambini fin dal concepimento”, testimonia il fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII.