“Lavorare per il bene comune, basta indifferenza”. Appello della Chiesa in Guatemala

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Lavorare per il bene comune. Annunciare “Dio presente e operante tra noi”. Denunciare la mancanza di impegno e l’indifferenza. Sono questi i tre obiettivi della Conferenza episcopale del Guatemala. All’Assemblea plenaria annuale i vescovi hanno riflettuto sulla realtà del paese e sulla missione della Chiesa. “La costruzione del bene comune appare sempre più irraggiungibile. Sono tante le domande spontanee delle persone che nella nostra società vivono impoverite ed escluse”, sottolineano i presuli del Guatemala.

Impegno per il bene comune

La Chiesa guatemalteca è solidale con quanti hanno maggiormente sofferto le conseguenze della pandemia e gli altri mali che li affliggono. A ferire sono “la disuguaglianza sociale. La cattiva gestione delle risorse. La corruzione dilagante”. I presuli rilevano che “nella maggior parte del nostro popolo è evidente il desiderio di superare gli ostacoli”. Nonostante molti siano prostrati dalla miseria e dall’assoluta mancanza di opportunità. Sono tanti, infatti, quelli che lottano trovando ispirazione nella fede. “Il nostro popolo possiede una riserva umana piena di speranza– scrivono i presuli nel loro messaggio -. Il nostro popolo afferma la sua dignità. E cerca di andare avanti. Incoraggiamo i principali responsabili del bene comune. A continuare a fare il possibile per costruire un Guatemala migliore.”

Assemblea

Durante l’assemblea i presuli hanno affrontato anche alcuni temi intraecclesiali. Hanno incontrato i rappresentanti della vita religiosa. Hanno riflettuto sul ministero dei catechisti. E  “sul servizio eroico, insostituibile e incondizionato che prestano all’evangelizzazione”. Hanno analizzato la situazione dei seminari. Evidenziando la necessità di formatori ben preparati. Si sono soffermati sulla realtà delle Pontificie Opere Missionarie. Sulla pastorale familiare particolarmente importante per la trasmissione della fede alle giovani generazioni. Sulla realtà dei settori più vulnerabili. Come bambini, giovani, donne, migranti. “In questi momenti decisivi della storia del Guatemala- sottolinea l’episcopato del Guatemala- siamo chiamati come credenti ad adempiere agli insegnamenti di Gesù. Che ci ha mostrato che l’opzione per i poveri è il cuore del discepolato”.

Giacomo Galeazzi: