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Beato Angelico, il frate-pittore del primo Rinascimento

Guido di Pietro, nato presso Firenze, è stato uno dei principali artisti italiani del Quattrocento

Il Beato Angelico, (1395-1455) al secolo Guido di Pietro, è stato uno dei più importanti pittori del primo Rinascimento italiano, noto soprattutto per le sue opere a soggetto religioso.

Nato a Vicchio del Mugello, presso Firenze, prese i voti nel 1418 circa nel convento di San Domenico di Fiesole, con il nome di fra Giovanni. La corrente religiosa a cui aderì era quella dei Domenicani osservanti, ossia una corrente minoritaria nata all’interno dell’ordine domenicano che prevedeva che si osservasse la regola originariamente stabilita da San Domenico (1170-1221) quella che consisteva in povertà assoluta e ascetismo.

Secondo una tradizione egli cominciò a dipingere miniature sotto la direzione di un confratello. In Umbria dove si era recato nel 1407, ebbe modo di studiare le opere di Giotto (1267-1337) conservate ad  Assisi e dipinse acquerelli in uno stile cui volle associare la finezza e la delicatezza in lui innate.

Ornò di affreschi i vari conventi che abitò, riempiendo di pitture le celle, i refettori, e i chiostri. Le sue opere sono caratterizzate da una grande attenzione ai dettagli e da una composizione equilibrata. Pur essendo un frate, il Beato Angelico non rinunciò ad accogliere le novità del Rinascimento, come la prospettiva e l’attenzione alla figura umana, integrandole con la tradizione medievale.

Egli vedeva la pittura come mezzo per illustrare le scene del Vangelo; lo scopo era quello di servirsi dell’arte per insegnare attraverso l’uso delle immagini e contribuire così alla salvezza delle anime.

La luce nelle sue raffigurazioni ha un valore mistico, è espressione di grazia e bellezza divina, che possono essere utili alla salvezza dell’uomo e del suo animo.

Per dipingere le cose di Cristo, bisogna vivere con Cristo”, in questa frase del Beato Angelico, si capisce quanta religiosità c’è in tutte le sue opere. Il frate domenicano raffigurò per tutto il corso della sua vita soggetti sacri, come Madonne, Santi, Annunciazioni oppure scene della Passione di Cristo. La particolarità che contraddistingue tutte le sue opere è però il tocco di realismo: le figure rappresentate infatti sembrano essere concrete e vere.

Il Beato Angelico visse tra due importanti secoli dal punto di vista dell’arte, il Trecento e il Quattrocento, nel primo si risentiva ancora dell’influenza medievale, con l’esaltazione di sfondi dorati, mentre nel Quattrocento si stava affermando tutta la cultura che porterà poi al Rinascimento e la pittura lo dimostrerà con il realismo e la prospettiva.

A Roma, fu chiamato a lavorare in Vaticano, ad affrescare la Cappella Niccolina, fatta costruire da Niccolò V (1447-1455) situata nel Palazzo Apostolico, gli affreschi raffigurano storie dei santi Stefano e Lorenzo, patroni del papa, e sono considerati tra i capolavori del primo Rinascimento per la loro bellezza, armonia e uso innovativo della luce e dello spazio, il Beato Angelico li realizzò tra il 1447 e il 1451.

Nel Museo di San Marco a Firenze, egli rivela nel 1431 tutta la sua bravura nel “Giudizio Universale”, mentre sempre nella città toscana alla Galleria degli Uffizi, con l'”lncoronazione della Vergine”, eseguita nel 1432 emergono i colori vivaci e dettagli preziosi.

Di notevole impatto visivo non si può dimenticare la stupenda “Annunciazione”, che si trova nel corridoio Nord del convento di S. Marco a Firenze, eseguita forse tra il 1440 e il 1450.

Egli morì a Roma nel monastero della basilica di  S. Maria Sopra Minerva il 18 febbraio del 1455, ed era da tutti conosciuto con il nome di “Angelico”, questo soprannome gli fu attribuito per la sua capacità di infondere nelle sue opere una bellezza e una purezza che sembravano trascendere la realtà terrena.

Il Beato Angelico fu proclamato beato il 3 ottobre del  1982 da Giovanni Paolo II, a riconoscimento della sua santità di vita e della sua produzione artistica ispirata dalla fede.

La tomba di questo umile frate domenicano si trova nella basilica di S. Maria Sopra Minerva e una lapide posta sulla parete destra dice: “ La gloria, il modello, l’onore dei pittori, Giovanni, cittadino di Firenze, è sepolto qui. Egli era devoto frate del sacro Ordine del grande Domenico e vero servo di Dio. Piangono i discepoli privati di sì grande Maestro del pennello! Chi potrà trovarne uno simile? Piangono la Patria e l’Ordine del sommo Maestro di pittura, che nella sua arte non aveva uguale!”.

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