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Amore e serenità: il sentiero verso la Beatificazione

L'11 maggio Francesca Lancellotti diventerà Venerabile. Una lunga vita cominciata a Oppido Lucano e finita a Roma

Testimone di carità a un passo dalla beatificazione. In 46 anni di vita a Roma Francesca Lancellotti aiutò tante persone provate dalla vita con i suoi “singolari carismi”, ottenendo anche “eventi straordinari, come guarigioni fisiche e morali“. E trasformando la sua casa in “un punto di riferimento spirituale per la Capitale”. E’ morta il 4 settembre 2008 nell’ospedale San Giovanni: i funerali furono celebrati nella chiesa di Santo Spirito in Sassia “con molta partecipazione di popolo”. E’ fissata per sabato 11 maggio, nella Basilica papale di San Paolo fuori le mura, a Roma, la solenne cerimonia di lettura e consegna del decreto di venerabilità di Francesca Lancellotti, nata a Oppido Lucano (Potenza) il 7 luglio 1917 e morta nella Capitale il 4 settembre 2008. La cerimonia prevede la “presentazione delle virtù eroiche della venerabile” e una concelebrazione eucaristica alla quale parteciperà l’arcivescovo di Acerenza (Potenza), monsignor Francesco Sirufo. Successivamente, nella chiesa di Santa Maria ai Monti è prevista una preghiera sulla tomba della venerabile. Francesca Lancellotti manifestò fin da bambina una “spiccata devozione” alla Madonna venerata nel Santuario del Belvedere, a circa tre chilometri da Oppido, dove andava ogni giorno.
beatificazione
Foto di Patrick Fore su Unsplash

A un passo dalla beatificazione

“Costretta dal padre a sposarsi”, contrariamente al suo desiderio di consacrarsi a Dio in un istituto religioso, ebbe due figli che educò insieme al marito “in un clima di amore e serenità”. La sua “vita di preghiera e la sua “concreta carità, specie durante la Seconda Guerra Mondiale”, attirarono tante persone. Il 7 luglio 1956 ebbe “una straordinaria esperienza mistica“. Con “la visione dell’Arcangelo Michele” che le disse di trasferirsi a Roma. Dove giunse con la famiglia nel 1960, abitando nel quartiere di Primavalle, poi vicino al Pantheon e successivamente in via del Seminario. Partecipò agli “sforzi della diocesi di Roma nell’affrontare la crisi morale e materiale” esistente. Dedicandosi “a soccorrere le fragilità di tanta gente bisognosa di aiuto morale e materiale“. 

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