L’Anno Santo della Misericordia, il Convegno Ecclesiale di Firenze, la persecuzione dei cristiani, la situazione dell’Italia. Sono i principali temi che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha trattato ieri nella prolusione di apertura del Consiglio Episcopale Permanente. Il porporato, nel suo excursus, è partito dall’Anno Santo indetto dal Pontefice, una “lieta sorpresa” e un “grande dono”: “non vogliamo sprecarne neppure un poco”. “Sembra quasi – ha detto – che ai moltissimi auguri che da tutto il mondo sono arrivati al Papa per il secondo anniversario della sua elezione al ministero petrino abbia voluto rispondere con un regalo più grande, regalo che è anche un invito e un auspicio, quello di camminare più spediti e lieti nella via della conversione del cuore e della vita personale ed ecclesiale”.
Le “cinque vie” del prossimo Convegno Ecclesiale di Firenze, ispirate all’esortazione apostolica Evangelii gaudium, sono state l’occasione per constatare che “nessun luogo è talmente lontano o chiuso da essere inaccessibile al Dio misericordioso e pietoso, grande nell’amore”. Bagnasco ha osservato che “con l’uscire e l’annunciare si può rimanere ancora esterni alla miseria umana”; pertanto “è necessario anche ‘abitarla’”, come il buon Samaritano che “è entrato nella sciagura del malcapitato, nella sua paura e nella sua umiliazione”.
Tra le diverse sciagure dell’attuale società larga parte della prolusione è stata dedicata alla barbarie compiuta nei confronti dei cristiani. “La religione – ha spiegato il presidente della Cei – non può mai essere impugnata per uccidere o fare violenza: invocare il nome di Dio per tagliare le gole è una bestemmia che grida al cospetto del cielo e della terra”. Il cardinal Bagnasco ha poi ricordato il momento di preghiera per i martiri, missionari e laici, che i vescovi e l’intera Chiesa faranno oggi. “Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani!”, ha sottolineato. Ha invitato l’Europa a un “serio esame di coscienza sul fenomeno di occidentali che si arruolano negli squadroni della morte” perché “non si può liquidare la questione sul piano sociologico incolpando la mancanza di lavoro nei vari Paesi”.
Riguardo alla situazione del nostro Paese ha fatto eco a quanto detto dal Santo Padre a Napoli, “parole di altissima condanna del malcostume e del malaffare che sembrano diventati un ‘regime’ talmente ramificato da essere intoccabile”. Dinanzi alle difficoltà di quanti “si trovano a lottare per sopravvivere insieme alla propria famiglia”, la disonestà è anche una “offesa gravissima per i poveri e gli onesti”. Il cardinale presidente ha evidenziato, inoltre, che continua la “tragedia di uomini, donne, bambini, che attraversano il mare per raggiungere le nostre coste con la speranza di una vita migliore”. “La situazione richiede visione, energie e risorse – ha soggiunto – che attestino che l’Europa esiste come casa comune e non come un insieme di interessi individuali ancorché nazionali”.
In conclusione ha parlato della “dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta teoria del ‘gender’” che “si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione… ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un ‘transumano’ in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità”.