Nella prolusione della sessione autunnale del Consiglio Episcopale permanente, il Cardinale Bagnasco si è espresso sui temi della famiglia, non come “un’isola a se stante” ma come mattone di base per la costruzione della società. Il prelato ha parlato della scuola, delle ideologie europee, dell’attualità italiana e dell’immigrazione.
Gli attacchi alla famiglia, con “aberrazioni come la pedofilia, l’incesto, l’infanticidio o il suicidio assistito”, secondo il prelato non sono frutto del caso, ma tecniche studiate di persuasione delle masse. “Le pressioni europee – ha detto il Presidente dei Vescovi italiani – sono sempre più pesanti e insistenti anche in materie che non competono all’Unione, come il diritto alla famiglia e più ampiamente i valori morali e spirituali che hanno formato la coscienza e la storia delle singole nazioni”.
“Le parole più sacre della vita e della storia umana, come persona e libertà, amore e famiglia, vita e morte, sessualità e generazione, sono sottoposte da decenni a forti pressioni culturali – ha continuato Bagnasco – Così che ciò che fino a ieri era impensabile oggi diventa plausibile e addirittura oggetto di legislazione”.
Un riferimento, indiretto ma preciso, tocca anche alla riforma delle scuole, vista come uno strumento per l’introduzione delle ideologie del gender nei programmi scolastici. “L’educazione delle giovani generazioni deve nascere in famiglia ed essere in ogni modo custodita e vigilata dai genitori nelle istituzioni e in particolare nelle scuole”, ed è per questo che il piano di offerta formativa “prevede la richiesta del consenso dei genitori”.
Un discorso duro sull’Europa che non mancherà di suscitare polemiche, culminato con l’appello per l’emergenza degli immigrati. “Di fronte a persone che per fuggire alla disperazione rischiano la vita – ha detto Bagnasco – non si può né stare a guardare con fastidio, come l’Europa ha fatto per anni, né fare i sofisti. La coscienza umana esige di intervenire: è quanto ha fatto l’Italia fin dalla prima ora, e continua con impegno, generosità, al meglio del possibile. Nessuno può dar lezione o muovere rimproveri: in prima linea sulle coste l’Italia c’era, a differenza di altri”
Il Presidente della Cei si è espresso anche sui problemi che attanagliano il nostro Paese, commentando le “violenze, la soppressione di vite umane, la corruzione, il potere mafioso sempre più arrogante, la vergogna del caporalato, la speculazione sui poveri, la prevaricazione verso chi non può difendersi, il bullismo fisico o cibernetico, il traffico di droghe sempre più sofisticate, il rifiuto del diverso e la piaga tollerata e ‘intoccabile’ del gioco d’azzardo”. Uno spettacolo triste che però non deve farci dimenticare, ha sottolineato il cardinale, “il popolo degli onesti, grande e maggioritario”. È quella moltitudine che porta avanti il Paese e senza di essa nessuna legge, nessun provvedimento o programmazione “potrebbe avere risultati”.