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Attentato in Somalia, il Papa prega per le vittime

Una bella giornata di sole su Roma, macchiata dal sangue versato dell'odio che ha colpito con violenza Mogadiscio, capitale della Somalia. Settantasei morti, oltre 70 feriti e un Paese ferito, che ancora una volta deve fare i conti con la scelleratezza dell'intolleranza. Ed è alla Nazione del Corno d'Africa che Papa Francesco dedica il suo Ave Maria al termine della preghiera dell'Angelus: “Cari fratelli e sorelle, preghiamo il Signore per le vittime dell’orribile attentato di ieri, a Mogadiscio, in Somalia, dove nell’esplosione di un’autobomba, sono morte oltre 70 persone. Sono vicino a tutti i familiari e a quanti ne piangono la scomparsa“. Una preghiera che arriva al termine di una riflessione incentrata sulla festa della Santa Famiglia di Nazareth: “Il termine 'santa' inserisce questa famiglia nell’ambito della santità che è dono di Dio ma, al tempo stesso, è libera e responsabile adesione al progetto di Dio. Così è stato per la famiglia di Nazareth: essa fu totalmente disponibile alla volontà di Dio”.

Solidarietà

La docilità di Maria all'azione dello Spirito Santo lascia stupiti perché lei, “come ogni giovane donna del suo tempo, stava per concretizzare il suo progetto di vita, cioè sposarsi con Giuseppe. Ma quando si rende conto che Dio la chiama ad una missione particolare, non esita a proclamarsi sua 'serva'. Di Lei Gesù esalterà la grandezza non tanto per il suo ruolo di madre, ma per la sua obbedienza a Dio… E quando non comprende pienamente gli eventi che la coinvolgono, Maria nel silenzio medita, riflette e adora l’iniziativa divina. La sua presenza ai piedi della croce consacra questa totale disponibilità”. Giuseppe, invece, “non parla ma agisce obbedendo. E’ l’uomo del silenzio, l’uomo dell’obbedienza… Sotto la guida di Dio, rappresentato dall’Angelo, Giuseppe allontana la sua famiglia dalle minacce di Erode, e la salva. La Santa Famiglia solidarizza così con tutte le famiglie del mondo obbligate all’esilio, solidarizza con tutti coloro che sono costretti ad abbandonare la propria terra a causa della repressione, della violenza, della guerra”.

Modello della santità in famiglia

Gesù è la terza persona che compone la Sacra Famiglia, volontà del Padre: “In Lui, dice San Paolo, non c’è stato 'sì' e 'no', ma soltanto 'sì'. E ciò si è manifestato in tanti momenti della sua vita terrena”. Maria, Giuseppe, Gesù: “La Sacra Famiglia di Nazareth che rappresenta una risposta corale alla volontà del Padre: i tre componenti di questa famiglia si aiutano reciprocamente a scoprire il progetto di Dio. Loro pregavano, lavoravano, comunicavano”. Un quesito che dobbiamo porci anche noi: “Tu, nella tua famiglia, sai comunicare o sei come quei ragazzi a tavola, ognuno con il telefonino, mentre stanno chattando? In quella tavola sembra vi sia un silenzio come se fossero a Messa … Ma non comunicano fra di loro. Dobbiamo riprendere il dialogo in famiglia: padri, genitori, figli, nonni e fratelli devono comunicare tra loro… Questo è un compito da fare oggi, proprio nella giornata della Sacra Famiglia. La Santa Famiglia possa essere modello delle nostre famiglie, affinché genitori e figli si sostengano a vicenda nell’adesione al Vangelo, fondamento della santità della famiglia”.

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