Nella giornata di festeggiamenti per San Francesco patrono d’Italia, la comunità dei frati di Assisi ha pregato per le vittime del bus caduto dal cavalcavia a Mestre.
Assisi: alla festa del patrono d’Italia il dolore per la tragedia di Mestre
Assisi la prima parte della giornata di festeggiamenti per San Francesco patrono d’Italia. La comunità dei frati ha pregato per le vittime del bus caduta dal cavalcavia a Mestre, ieri sera, per i feriti e i lori cari – insieme alla preghiere dei pellegrini e dei devoti – ai piedi della Tomba di san Francesco. “Davanti a tanto dolore la reazione nella fede non può che essere anzitutto la preghiera e l’affidamento al Signore”, ha affermato fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione del sacro Convento. Durante la celebrazione delle 10 nella chiesa superiore della basilica di San Francesco – in presenza delle autorità umbre e valdostane e dei rispettivi rappresentanti ecclesiali – il sindaco di Aosta Gianni Nuti ha acceso la Lampada votiva dei comuni d’Italia in rappresentanza del popolo italiano.
La solenne liturgia è stata presieduta da mons. Franco Lovignana, vescovo di Aosta e presidente della Conferenza episcopale piemontese. A seguire, come da tradizione, ci sono stati i discorsi dalla loggia del Sacro Convento. Il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano ha anzitutto trasmesso il cordoglio del presidente del Consiglio e del Governo per l’incidente di Mestre. Ha poi aggiunto: “La figura di S. Francesco è centrale oggi, come lo è stata otto secoli fa: se perdiamo di vista San Francesco non cancelliamo solo un esempio di vita e di fede; cancelliamo il motivo dell’originalità italiana, la nostra fisionomia e il nostro contributo nel mondo. In vista del prossimo centenario, San Francesco va individuato come un rinnovatore di vita per il vecchio Continente, e una speranza per chi ne incontrerà la figura in ogni angolo del mondo”. “Celebrando la solennità di san Francesco d’Assisi – ha dichiarato fra Carlos Trovarelli, ministro generale dei Frati minori conventuali – ci rendiamo conto non solo della sua santità, che è un dono per tutta la Chiesa, ma anche del suo essere fratello e guida per quanti cercano con sincerità di costruire un mondo nuovo, più giusto, più fraterno, più rispettoso della dignità e della libertà di ogni essere umano”.
Il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin, ha evidenziato: “La storia del nostro popolo si è profondamente intrecciata con la presenza francescana nel nostro territorio, tanto che il Convento dei Cordeliers dei Frati minori conventuali, fondato nel 1352 che sorgeva nel cuore della città di Aosta, ha ospitato fino al Settecento le sedute dei più importanti organi di autogoverno locali, cioè l’Assemblea degli Stati generali e il Conseil des Commis. La culla dell’autonomia valdostana è stata dunque a lungo custodita nella casa della famiglia francescana. E ora questa eredità spirituale francescana fa parte della nostra identità caratterizzata dal rispetto della Natura e del Creato e dell’attenzione ai bisogni dei più fragili e dei meno fortunati”. Questa mattina sono stati consegnati – durante la celebrazione eucaristica delle 10 – anche i doni che i pellegrini provenienti dalla Valle d’Aosta hanno offerto al Sacro Convento di San Francesco in Assisi. Tutti gli appuntamenti religiosi e civili di oggi sono trasmessi inoltre in diretta streaming sui canali social della comunità francescana del Sacro Convento (canale YouTube @BasilicasanFrancescodAssisi e pagina Facebook San Francesco d’Assisi).
Fonte: AgenSIR