In Benin l’episcopato testimonia quotidianamente la propria missione di pacificazione nazionale. Condoglianze per i militari uccisi nell’assalto jihadista dell’8 gennaio. Appello ai giovani perché evitino di inserirsi nelle file della cyber criminalità. Auspicio per elezioni pacifiche. Sono questi i temi riportati dall’agenzia missionaria vaticana Fides della Conferenza Episcopale del Benin. “Esprimiamo profonda compassione all’intera nazione. E alle famiglie colpite dal lutto per la perdita dei loro figli delle forze di difesa e di sicurezza. Caduti al fronte nell’adempimento del loro dovere” affermano i vescovi nel porgere le condoglianze ai militari caduti nell’assalto jihadista dell’8 gennaio L’attacco è stato compiuto nei pressi della cosiddetta triplice frontiera tra Benin, Niger e Burkina Faso. Da quest’ultimo Paese è arrivata la formazione jihadista che ha assalito il posto di frontiera uccidendo almeno 28 soldati beninesi. L’assalto è stato rivendicato dal Gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani (JNIM) affiliato ad Al-Qaeda.
Allarme Benin
La presenza di gruppi jihadisti nei Paesi confinanti, in particolare in Niger e Burkina Faso, ha costretto il governo del Benin a schierare nel Nord del Paese almeno 3.000 militari per impedire incursioni armate. Le forze di sicurezza locali sono appoggiate dai militari americani come dimostra l’incidente subito il 10 gennaio da un elicottero di una società privata statunitense incaricata dal Pentagono di fornire servizi di evacuazione medica ai militari locali. Per quanto riguarda i giovani, i vescovi si dicono preoccupati per la crescita della cyber criminalità nel Paese, che seduce un gran numero di giovani con “la promessa di facili guadagni”. Secondo i vescovi la ricerca sfrenata di facili guadagni, spesso a scapito della sicurezza pubblica e dell’integrità sociale, compromette il futuro dei giovani e scuote le fondamenta etiche della nazione. La Conferenza episcopale di fronte all’inefficacia delle campagne di sensibilizzazione finora realizzate, esorta i giovani a rifiutare le pratiche fraudolente. E ad adottare uno stile di vita basato sull’onestà e sul lavoro. Infine nel loro comunicato i vescovi auspicano che le elezioni generali che si dovranno tenere entro aprile 2026 siano pacifiche. Ma esprimono preoccupazione “per la persistenza di tensioni politiche che potrebbero compromettere la pace sociale e la coesione nazionale”.