Chiesa Cattolica

Asia e Oceania: il Papa in viaggio, per la Chiesa e per il futuro

La quarantacinquesima visita pastorale di Papa Francesco sarà anche la più lunga. Un viaggio che, richiamando il suo discorso di inizio Pontificato, porterà il Santo Padre “quasi alla fine del mondo”, alle estremità delle terre emerse e tra gli atolli del Nuovissimo continente, dove il seme della fede è stato seminato dal coraggio dei primi missionari. Luoghi e paesaggi diversi, popoli e culture in prossimità territoriale ma che trovano nella diversità la loro ricchezza. Il Papa partirà da Roma per dirigersi dapprima a Giacarta, in Indonesia, dove soggiornerà dal 2 al 6 settembre. Da lì, si dirigerà in Papua Nuova Guinea, per la precisione a Port Moersby, per una tappa che lo impegnerà dal 5 all’8 settembre. Quindi Dili, a Timor Est, per altri due giorni (8-10 settembre). Tappa finale a Singapore, dove il Papa resterà dal 10 al 13 del mese, prima di far ritorno a Roma.

Il viaggio del Papa

Un viaggio che, per la verità, Papa Francesco aveva programmato già nel 2020. Fu la pandemia da Covid-19 a impedire la realizzazione del lungo e complesso viaggio pastorale che, a oggi, costituisce un impegno di estrema importanza per un punto sulla nuova evangelizzazione, specie a pochissimi mesi dall’inizio del Giubileo. In ballo c’è una vocazione missionaria che nemmeno l’avanzare dell’età ha sopito nel Pontefice, convinto che l’impegno in prima persona costituisca la pietra d’angolo per l’ispirazione delle nuove generazioni di cattolici.

Comunità in crescita

Nondimeno, il Papa agisce in continuità con quanto già fatto dai suoi predecessori, Paolo VI (1970) e Giovanni Paolo II (1989), entrambi recatisi in Oceania in visita a comunità cristiane in continua crescita e che condividono il proprio spazio territoriale (estremamente esiguo in alcuni contesti, come Timor Est e Singapore) con altre confessioni. Comunità che, negli ultimi decenni, hanno proseguito la propria formazione, spirituale e di condivisione, alimentando la presenza della Chiesa ai confini più estremi del Pianeta.

Temi e riflessioni

Anche il programma del viaggio sarà diversificato in base alle stesse tappe previste. Dall’Indonesia, Paese musulmano, sarà luogo ideale per una riflessione sulla condivisione degli spazi tra diverse confessioni, anche nell’ottica di un ecumenismo tra le varie Chiese cristiane. Ma ci sarà spazio anche per il tema dei cambiamenti climatici, che i Paesi oceaniani, specie quelli insulari con porzioni di territorio più esposte alle conseguenze dell’innalzamento del livello dei mari, subiscono in modo più evidente. Non è un caso che, nel 2021, il primo ministro di Tuvalu parlò alla Cop 26 immerso fino alle ginocchia nelle acque dell’oceano, lanciando un appello affinché la Comunità internazionale salvasse l’arcipelago dall’inabissamento. Temi più prossimi all’attualità socio-politica a Timor Est, in un Paese di per sé più vicino all’Occidente anche per la lingua parlata. Infine, Singapore sarà luogo di riflessione su differenze economiche e nuovi fronti di dialogo. In primis con la vicinissima Cina.

Damiano Mattana

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