Respinto il ricorso contro l'assoluzione di Asia Bibi: la Corte Suprema del Pakistan ha deciso. In questo modo termina la lunga battaglia legale sulla donna cristiana che aveva rischiato la condanna capitale perchè accusata di blasfemia. La donna, madre di cinque figli, che dopo la liberazione è nascosta in un luogo sconosciuto, potrebbe subito lasciare il Paese.
L'assoluzione
Nell'ottobre scorso la Corte Suprema del Pakistan ha assolto Asia Bibi. La donna cristiana, che si è sempre dichiarata innocente, era stata arrestata nel 2009 e condannata a morte per blasfemia nel 2010. Il caso ha scatenato indignazione all’estero e violenze nel Paese. “Assolta da tutte le accuse”, ha detto il giudice Saqib Nisar al verdetto della Corte suprema, aggiungendo che la signora Bibi sarebbe stata rilasciata “immediatamente”.
La scarcerazione e il ricorso
Ai primi di novembre Asia Bibi è stata poi rilasciata. La donna non ha potuto però lasciare il Paese insieme alla sua famiglia (ipotesi presa in considerazione per la sua incolumità), anche perché gruppi fondamentalisti hanno fatto ricorso alla Corte Suprema contro il verdetto di assoluzione. Asia Bibi vive da quando è stato emesso il verdetto in una località segreta. Dal giorno dell'assoluzione anche il marito vive in clandestinità, accanto a lei. Gli anni della prigionia sono stati durissimi anche per lui, costretto a fuggire ad abbandonare la sua casa di sempre per trovare rifugio in un quartiere popolare di Lahore. Sempre al fianco della moglie detenuta, l'uomo ha dovuto tutelare anche l'incolumità delle figlie Esha ed Ehsam continuamente minacciate dai vicini più radicali.