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Armi nucleari, il Papa: “Un attentato contro il cielo”

Le armi nucleari sono incompatibiliĀ con la pace e la stabilitĆ  intenazionale”. Non usa mezzi terminiĀ Papa Francesco. Dall'Atomic Bomb Hypocenter Park,Ā situato nel Parco della Pace di Nagasaki, la voce del Pontefice si alza a condannare quello che ĆØ ilĀ “tentativo di costruireĀ sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale”. “La pace e la stabilitĆ  internazionale sono incompatibili con tutto questo”, ripete ancora il Papa dalla terra che nel '45 fu uno scenario di devastazione. Oggi in quei luoghi c'ĆØ ilĀ Parco della Pace, quasi un invito a cogliervi la lezione di quella tragedia umana: “La pace e la stabilitĆ  – ha ricordato il Santo Padre –Ā sono possibili soloĀ a partire da unā€™etica globale di solidarietĆ  e cooperazione al servizio di un futuro modellatoĀ dall'interdipendenza e dalla corresponsabilitĆ  nellā€™intera famiglia umana di oggi e di domani”.Ā 

Il dovere della Chiesa

“La Chiesa Cattolica – ha detto Papa Francesco –Ā ĆØ irrevocabilmente impegnata nella decisione di promuovere la pace tra i popoli e le nazioni: ĆØ un dovere per il quale si sente obbligata davanti a Dio e davanti a tutti gli uomini e le donne di questa terra” ha ribadito. I vescovi nipponici hanno, infatti, chiesto un incontro di preghiera di dieci giorni per laĀ pace. Il Pontefice ricorda come l'impegno costante da parte della Chiesa verso la denuclearizzazione sia lontano: “NelĀ 1963, il Papa San Giovanni XXIII nell'Enciclica Pacem in terris” chieseĀ “laĀ proibizione delleĀ armi atomiche, affermĆ² che una vera e duratura pace internazionale non puĆ² poggiareĀ sull'equilibrio delle forze militari, ma solo sulla fiducia reciproca”. Lo stesso fece Papa Paolo VI davanti ai giornalisti riuniti a Mumbai, proponendo di “aiutare i piĆ¹ diseredati attraverso un Fondo Mondiale, alimentato con una parte delle spese militari”.

Le armi, un attentato che grida al cielo

Papa Francesco allarga la prospettiva del problema, piuttosto che ridimensionarla. La “corsa al nucleare”, cosƬ come il mancato accordo sulĀ “Trattato di non proliferazione nucleare” sono segni di quel fenomeno deprecabile per il Pontefice, che ĆØ laĀ corsa agli armamenti: “Questa infatti spreca risorse preziose che potrebbero invece essere utilizzate a vantaggioĀ dello sviluppo integrale dei popoli e per la protezione dellā€™ambiente naturale. Nel mondo di oggi,Ā dove milioni di bambini e famiglie vivono in condizioni disumane, i soldi spesi e le fortune
guadagnate per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere le armi, sempre piĆ¹ distruttive, sonoĀ un attentato continuo che grida al cielo“.

Un mondo senza armi nucleariĀ ĆØ possibile

Non c'ĆØ altro tempo da perdere. Per il Pontefice ĆØ necessaria unaĀ seria riflessioneĀ ” su come tutte queste risorse potrebbero essere utilizzate, con riferimento alla complessa eĀ difficile attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e quindi raggiungere obiettivi comeĀ lo sviluppo umano integrale”. Un mondo senza armi nucleari ĆØ possibile per Francesco, anzi “necessario”: ma dal memoriale, il Papa si rivolge anche aiĀ leader politici, i veri attori di queste strategie: “chiedoĀ ai leaderĀ politici di non dimenticare che queste non ci difendono dalle minacce alla sicurezza nazionale e internazionale del nostro tempo. Occorre considerare lā€™impatto catastrofico del loro uso dal punto diĀ vista umanitario e ambientale, rinunciando a rafforzare un clima di paura, diffidenza e ostilitĆ ,Ā fomentato dalle dottrine nucleari”. L'invito finale del Papa ĆØ una preghiera, la cosiddetta “preghiera della pace di San Francesco d'Assisi”, che egli vuole sia propria di tutti, Cattolici e non: “Signore, faā€™ di me uno strumento della tua pace:Ā dovā€™ĆØ odio, chā€™io porti lā€™amore;Ā dovā€™ĆØ offesa, chā€™io porti il perdono;Ā dovā€™ĆØ dubbio, chā€™io porti la fede;Ā dovā€™ĆØĀ disperazione, chā€™io porti la speranza;Ā dove sono le tenebre, chā€™io porti la luce;Ā dovā€™ĆØ tristezza, chā€™io porti la gioia.Ā In questo luogo di memoria, che ci impressiona e non puĆ² lasciarci indifferenti – ricorda il Papa –Ā ĆØ ancora piĆ¹Ā significativo confidare in Dio, perchĆ© ci insegni ad essere strumenti efficaci di pace e a lavorare per
non commettere gli stessi errori del passato”.

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