SantitĆ , innanzitutto grazie per il tempo che ci concede: lo consideriamo un regalo a tutti i telespettatori di Tv2000. Con Lei vorremmo conversare del Giubileo che si ĆØ appena concluso. Il termine bilancio ha un suono commerciale, va bene per le aziende. Ma quali sono le Sue impressioni? Eā contento di come ĆØ stato vissuto il Giubileo? Quanto santo ĆØ stato, questo Anno Santo?
“Qualcuno mi chiedeva di fare unāintervista su un bilancio, piĆ¹ o meno, e io subito ho pensato al censimento del Re Davide, e ho avuto paura ā¦ [ride] [Re Davide fu punito da Dio con la peste per un censimento del popolo di Israele non ispirato dal Signore (2 Samuele 24) ndr]. Io soltanto posso dire le notizie che arrivano da tutto il mondo. Il fatto che il Giubileo non sia stato fatto soltanto a Roma, in ognuna diocesi del mondo, nelle diocesi, nella cattedrale e nelle chiese che il vescovo avesse indicato, quel fatto ha universalizzato un poā il Giubileo. E ha fatto tanto bene. Ha fatto tanto bene. PerchĆ© era tutta la Chiesa che viveva questo Giubileo, era come unāatmosfera di Giubileo. E le notizie che vengono dalle diocesi parlano di avvicinamento alla Chiesa della gente, di incontro con GesĆ¹, lāincontro ā¦ tante cose belle ā¦ Io dirĆ²: ĆØ stato una benedizione del Signore e anche, non dirĆ² il punto finale, ma un passo avanti grande del processo che ĆØ incominciato con il Beato Paolo VI, e poi San Giovanni Paolo II che ha fatto un accento molto forte sulla Misericordia: pensiamo ai tre fatti grandi, no?: lāEnciclica, il giorno della Divina Misericordia nellāottava di Pasqua e la canonizzazione di suor Faustina. San Giovanni Paolo II ha fatto un passo grande. E poi, questoā¦ Eā in una linea ecclesiale dove la Misericordia viene non dico scoperta, perchĆ© sempre cāera, ma viene proclamata fortemente: ĆØ come un bisogno, un bisogno. Un bisogno che credo che a questo mondo, che ha la malattia dello scarto, la malattia di chiudere il cuore, dellāegoismo, fa bene. PerchĆ© ha aperto il cuore e tanta gente si ĆØ incontrata con GesĆ¹ ā¦ Non so, questo ĆØ quello che penso sul Giubileo”.
E adesso, perchĆ© non finisca qui, cosa si aspetta? Come dovrebbe ancora cambiare, che frutto puĆ² lasciare nella Chiesa, questo Anno del Giubileo?
Si ĆØ seminato tanto. E secondo la legge del Vangelo, il seme viene seminato ed ĆØ il Signore a dare la crescita. Io credo che il Signore farĆ crescere cose buone, semplici, quotidiane, nella vita della gente, non cose spettacolari, no.
Ogni mese, di venerdƬ, Lei ha compiuto unāopera di misericordia andando a visitare un luogo di sofferenza e di accoglienza. Immagino quanti volti, quante storie abbiano attraversato la sua vita, in questo anno. Ce nāĆØ una o piĆ¹ di una che Lei vuole ricordare in modo particolare, perchĆ© Le ĆØ rimasta, Le fa compagnia nel cuore?
“Penso a due, per dire che mi vengono adesso.. Quando ho visitato le ragazze che sono state tolte dallo sfruttamento della prostituzione. Ricordo una, dallāAfrica: bellissima, giovanissima, sfruttata ā era incinta ā sfruttata ma anche con bastonate dure e torture: ‘Tu devi andare a lavorare’ ā¦ E lei, quando raccontava la sua storia ā cāerano 15 ragazze, lƬ, che mi raccontavano le storie, ognuna ā mi diceva: ‘Padre, io ho partorito dāinverno sulla strada. Sola. Da sola. La mia bambina ĆØ morta’. La facevano lavorare fino a quel giorno, perchĆ© se non portava agli sfruttatori tanto, era bastonata, anche torturata. A unāaltra avevano tagliato lāorecchio perchĆ© non aveva portato ā¦ Questo ĆØ ā¦ E ho pensato non solo agli sfruttatori, anche a quelli che pagavano le ragazze: ma non sanno loro che con quei soldi, per togliersi una soddisfazione sessuale, aiutavano gli sfruttatori? Lāaltra, quel giorno che sono andato a vedere i due punti della vita, lāinizio e la fine: alla fine sono andato allāospedale vicino al Gemelli, un ospedale che ha rapporto con il Gemelli, ma ĆØ per i malati terminali. Lo stesso giorno sono andato allāospedale San Giovanni, al reparto maternitĆ , e cāera una donna che piangeva, piangeva, piangeva davanti ai suoi due gemellini ā¦ piccolini, ma bellissimi: ĆØ morto il terzo. Ne erano tre, ma uno ĆØ morto. E piangeva per il figlio morto, mentre accarezzava questi due. Il dono della vita.. E ho pensato allāabitudine di mandare via i bambini prima della nascita, questo crimine orrendo: li mandano via perchĆ© ĆØ meglio cosƬ, perchĆ© sei piĆ¹ comodo, ĆØ una responsabilitĆ grande ā ĆØ un peccato gravissimo, no? ā ĆØ una responsabilitĆ grande ā¦ Questa, che aveva tre figli, piangeva per quello che era morto, non riusciva a consolarsi con i due che erano rimasti. Lāamore della vita, in qualsiasi situazione ā¦ Mi ĆØ rimasto tanto grande ā¦ due cose che ho vistoā¦”
Lei spesso ripete di desiderare una Chiesa povera per i poveri: ĆØ davvero possibile, e come? E riguarda la Chiesa come istituzione o poi riguarda in realtĆ anche ognuno di noi?
“La Chiesa come istituzione la facciamo noi, ognuno di noi; la comunitĆ siamo noi. Il nemico piĆ¹ grande ā piĆ¹ grande! ā di Dio ĆØ il denaro. Pensate che GesĆ¹ al denaro dĆ status di signore, di padrone quando dice: ‘Nessuno puĆ² servire due padroni, due signori: Dio e il denaro’. Dio e le ricchezze. Non dice Dio e ā non so ā la malattia, o Dio e qualsiasi altra cosa: il denaro. PerchĆ© il denaro ĆØ lāidolo. Lo vediamo adesso, no?, in questo mondo dove il denaro sembra che comandi. Il denaro ĆØ uno strumento fatto per servire, e la povertĆ ĆØ al cuore del Vangelo e GesĆ¹ parla di questo scontro: due signori, due padroni. O io mi arruolo con questo o io mi arruolo con questo. Mi arruolo con questo, che ĆØ mio Padre; mi arruolo con questo, che mi fa schiavo. E poi, la veritĆ : il diavolo sempre entra per le tasche, sempre. Eā la sua porta dāentrata. Si deve lottare per fare una Chiesa povera per i poveri, secondo il Vangelo, no? Si deve lottare. E quando io vedo Matteo 25, che ĆØ il protocollo sul quale noi saremo giudicati, capisco di piĆ¹ cosa significa una Chiesa povera per i poveri: le opere di misericordia, no?, in Matteo 25. Eā possibile, ma sempre si deve lottare perchĆ© la tentazione della ricchezza ĆØ molto grande. SantāIgnazio ci insegna, negli esercizi, che ci sono tre scalini: il primo, la ricchezza che incomincia a corrompere lāanima; poi, la vanitĆ , le bolle di sapone [lui dice: pompe di sapone, dallo spagnolo pompas de jabĆ³n ndr] una vita vanitosa, lāapparire, il figurare ā¦ e poi, la superbia e lāorgoglio. E da lƬ, tutti i peccati. Ma il primo scalino sono i soldi, la mancanza di povertĆ . Per questo non ĆØ facile, e bisogna continuamente, continuamente riflettere, esaminarsiā¦”
Una domanda personale, se ĆØ possibile: parlando di sĆ©, Lei spesso si ĆØ definito un peccatore a cui il Signore ha guardato. Le volevo chiedere: quali sono le tentazioni di un Papa, e come spiegherebbe a chi non ĆØ credente, a chi non ha il dono della fede, questa esperienza di essere guardato dal Signore? Come la racconta, come la spiega?
“Ma, la tentazione del Papa sono le tentazioni di qualsiasi persona, di qualsiasi uomo. Secondo le debolezze di personalitĆ , che il diavolo sempre usa per entrare, che sono lāimpazienza, lāegoismo, poi un poā di pigrizia.. puĆ² andare, ma entrano tutte, tutte ā¦ E le tentazioni ci accompagneranno fino allāultimo momento, no? I Santi sono stati tentati fino allāultimo momento, e Santa Teresa del GesĆ¹ Bambino diceva proprio che si deve pregare tanto per i moribondi perchĆ© il diavolo scatena una tempesta di tentazioni, in quel momento, no? E anche a lei: lei ĆØ stata tentata di sfiducia, di mancanza di fede, no? Secca [arida ndr] come una pietra ā¦ Ma ĆØ riuscita ad affidarsi al Signore, senza sentire niente, [arida ndr] e cosƬ ha vinto la tentazione, no? E diceva per questo ĆØ importante pregare per i moribondi. ƬLa vita dellāuomo ĆØ una milizia sulla terra’, dice il libro, uno dei Sapienziali, no? E lottare per vincere le tentazioni. Sempre ci accompagneranno. Riguardo a quellāespressione, ĆØ unāesperienza, quella che io ho avuto, quel 21 settembre, che sono entrato in chiesa ā¦ io ero un giovane praticante, ma allāacqua di rose, eh? E ho visto un prete che non conoscevo, mi sono confessato e sono uscito diverso e sono cambiato. E da lƬ fino a oggi, il Signore continua a guardarmi con misericordia e a salvarmi. CosƬ vivo la mia esperienzaā¦”
Io Le volevo domandare una cosa sui carcerati. Lei, due settimane fa, ha ricevuto qui a Roma dei carcerati e ha detto di domandarsi spesso ā e che dovremmo forse domandarcelo tutti ā āperchĆ© non io, perchĆ© loro e non io?ā. Eppure, molti cristiani fanno fatica a immedesimarsi in chi ha commesso dei delitti, magari gravi, delle cose gravi, hanno un poā lāatteggiamento del figliolo maggiore della Parabola, no? E quindi la domanda ĆØ duplice: cosa dobbiamo dirci e cosa dobbiamo fare per capire questo, e lāaltra se dobbiamo fare qualcosa anche nei confronti delle legislazioni: ci sono legislazioni che prevedono la pena di morte o lāergastolo che in fondo ĆØ una condanna che non ha ā¦ ĆØ una prigione a vita che sembra non avere poi nessuna via dāuscita ā¦
“La prima parte della domanda: io ho chiamato lāaltro giorno, domenica scorsa, uno che conoscevo, nel carcere di Buenos Aires, gli ho domandato: ‘Come stai? Bene ā¦’ ā¦ Cerco, quando ho un poā di tempo, di chiamare, telefonare ai carcerati che ho conosciuto quando visitavo, no?, perchĆ© ho questo sentimento: perchĆ© lui e non io? Se io ā¦ ma, il Signore ha motivi sufficienti per mandarmi in carcere, e lui ha coperto ā¦ PerchĆ© un reato non va punito alla fine, va punito quando incomincia, puĆ² essere punito quando incomincia e tanti inizi di cose brutte io ho avuto nella mia vita che se il Signore mi avesse tolto la mano di dosso ā¦ questo ĆØ ‘perchĆ© loro e non io?’. E poi, cāĆØ un pensiero tra noi, che ĆØ un pensiero diffuso: ma, quello ĆØ in carcere perchĆ© ha fatto qualcosa di brutto: che la paghi. Il carcere come punizione. E questo non ĆØ buono. Il carcere ā possiamo dire tra virgolette, per fare un esempio ā ĆØ come un āpurgatorioā, pensiamo, cioĆØ per prepararsi alla reinserzione [al reinserimento]. Non cāĆØ una vera pena senza speranza. Se una pena non ha speranza, non ĆØ una pena cristiana, non ĆØ umana. Per questo, la pena di morte non va. SƬ, lei potrĆ dirmi, sƬ, nel Quattrocento, nel Cinquecento, uccidevano i criminali, la pena di morte, con la speranza di andare in paradiso cāera lƬ il cappellano che ti mandava in paradiso. Penso al grande don Cafasso, lƬ, vicino alla forca.. Ma era unāaltra antropologia, unāaltra cultura. Ma oggi non si puĆ² pensare cosƬ. Anche gli ergastolani, no? Dico questo: lāergastolo, cosƬ freddo, ĆØ una pena di morte un poā coperta. Ma nel caso di una persona che per le sue caratteristiche psicologiche non dia una garanzia di reinserimento? Ma ci sono forme di reinserirlo con il lavoro, con la cultura, allāinterno di un certo regime di carcere, ma che lui si senta utile alla societĆ , sorvegliato, ma lāanima ĆØ cambiata: non ĆØ quello che ha fatto il reato, un criminale, ma ĆØ uno che ha cambiato la sua vita e adesso fa qualcosa dentro il carcere che lo reinserisce e si sente con unāaltra dignitĆ , no? E questo ĆØ importante. Ma il muro ā sia la pena di morte, sia lāergastolo, cosƬ, come punizione ā non aiuta. Non so se mi sono spiegato. E poi, una cosa che mi dĆ tanta tenerezza quando guardo ā o guardavo, a Buenos Aires ā la coda per entrare alla visita in carcere: le mamme. Donne che non hanno vergogna di fare la coda lƬ, davanti a tutta la cittĆ , perchĆ© passano i bus, passa la gente ā¦ ‘Eā mio figlio: io ci vado’. Quanto amore, eh? Una mamma ā¦ Anche spose che vanno lƬ e che subiscono tante umiliazioni per entrare; ma anche lāumiliazione di fare la coda davanti a tutto il mondo ā¦ ‘Eā il figlio, e io ci vado’. Questo, a me, ha fatto tanto bene e mi ha fatto domandare: ‘Io do la faccia per i miei fedeli, per i miei cristiani? O no?’. Per me ĆØ stato motivo di riflessione, mi ha fatto tanto bene vedere queste donne coraggiose”.
SantitĆ , Lei ha detto che lāattitudine umana piĆ¹ vicina alla grazia divina ĆØ lāumorismo: unāaffermazione che puĆ² sembrare un poā strana, in bocca a un Papa ā¦ PerchĆ©? Forse perchĆ© bisogna aver ricevuto una grande grazia, un grande dono per essere capaci anche di sorridere dei propri difetti?
“Il senso dellāumorismo ĆØ una grazia che io chiedo tutti i giorni, e prego quella bella preghiera di San Tommaso Moro: ‘Dammi, Signore, il senso dellāumorismo’ ; che io sappia ridere davanti a una battuta ā¦: ĆØ bellissima, quella preghiera, no? PerchĆ© il senso dellāumorismo ti solleva, ti fa vedere il provvisorio della vita e prendere le cose con uno spirito di anima redenta. Eā un atteggiamento umano, ma ĆØ il piĆ¹ vicino alla grazia di Dio. Io ho conosciuto un prete ā un grande sacerdote, un grande pastore, per citarne uno ā che aveva un senso dellāumorismo grande, ma faceva tanto bene anche con quello, perchĆ© relativizzava le cose: ‘LāAssoluto ĆØ Dio, ma, questo si arrangia, si puĆ² ā¦ stai tranquillo ā¦’; ma senza dirlo cosƬ, sapeva farlo sentire, con il senso dellāumorismo. E di lui si diceva: ‘Ma questo, sa ridere degli altri, di se stesso, anche della propria ombra ā¦’. Eā quella capacitĆ di essere ā¦ di essere un bambino davanti a Dio. Lodare il Signore con un sorriso e anche una battuta ben fattaā¦”
Una delle opere di misericordia spirituale, raccomandate dal Catechismo cattolico, che Lei ha ricordato anche mercoledƬ allāudienza generale, ĆØ sopportare con pazienza le persone moleste ā che non mancano mai, Lei ha detto mercoledƬ ā¦ Lei cosa fa piĆ¹ fatica a sopportare: gli insulti dei Suoi detrattori o la finta ammirazione degli adulatori?
“Il secondo! Io ho allergia degli adulatori. Ho allergia. Mi viene naturale, eh?, non ĆØ virtĆ¹. PerchĆ© adulare un altro ĆØ usare una persona per uno scopo, nascosto o che si veda, ma per ottenere qualcosa per se stesso. Anche, ĆØ indegno. Noi, a Buenos Aires, nellāargot porteƱo nostro, gli adulatori li chiamiamo ‘lecca calze’ [leccapiedi], e la figura ĆØ proprio di quello che lecca le calze dellāaltro. Eā brutto masticare le calze dellāaltro, perchĆ© ā¦ ĆØ un nome ben fattoā¦ E anche a me, quando mi lodano, anche qualcuno che mi loda per qualcosa che ĆØ uscita bene: ma subito, tu ti accorgi chi ti loda lodando Dio, ‘ma, sta bene, bravo, avanti, questo si deve fare!’, e chi lo fa con un poā di olio per farsi ā¦ I detrattori, ma ā¦ i detrattori parlano male di me, e io me lo merito, perchĆ© sono un peccatore: cosƬ mi viene di pensare [ride]. Quello non mi fa pensare, non mi preoccupa. Ma non te lo meriti per questo! No. PerĆ², per quello che lui non sa. E cosƬ risolvo il problema. Ma lāadulatore ĆØ ā¦ non so come si dice in italiano, ma ĆØ come lāolioā¦”
ā¦ viscido ā¦
“Ecco”
Cosa risponde a chi, anche tra i cristiani, pensa che la misericordia allarghi le maglie della giustizia e quindi sia ingiusta, a chi pensa che la misericordia non possa essere la risposta ā per esempio ā a chi ci perseguita o chi, magari anche per una paura giustificata, costruisce muri per difendersi invece che ponti? Di nuovo viene da dire che ĆØ poi lāatteggiamento, forse, del figliolo maggiore della Parabola ā¦ Insomma, cosa si puĆ² rispondere a chi anche tra i cristiani pensa questo?
“SƬ ā¦ alla fine cāĆØ il problema della rigiditĆ morale, dietro a questo, no? Il figlio maggiore era un rigido morale: ‘Questo ha speso i soldi in una vita di peccato, non merita di essere ricevuto cosƬ’. La rigiditĆ : sempre il posto del giudice. Quella rigiditĆ che non ĆØ quella di GesĆ¹. GesĆ¹ rimprovera i dottori della Chiesa: tanto, tanto contro la rigiditĆ . Un aggettivo dice loro, che io non vorrei che fosse detto a me: ipocrita. Quante volte GesĆ¹ dice questo aggettivo ai dottori della legge: ipocriti. Basta leggere il capitolo 23 di Matteo: ‘Ipocrita’. E fanno la teoria che ma, la misericordia sƬ.. ma la giustizia ĆØ importante! In Dio ā e anche nei cristiani, perchĆ© ĆØ in Dio ā la giustizia ĆØ misericordiosa e la misericordia ĆØ giusta. Non si possono separare: ĆØ una cosa sola. E come si spiega? Ah ā¦ vai da un professore di teologia che te lo spieghi ā¦ [ride] E dopo il sermone della montagna, nella versione di Luca, viene il sermone della pianura. E come finisce? Siate misericordiosi come il Padre. Non dice: siate giusti come il Padre. Ma ĆØ lo stesso! Giustizia e misericordia in Dio sono una sola cosa. La misericordia ĆØ giusta e la giustizia ĆØ misericordiosa. E non si possono separare. E quando GesĆ¹ perdona Zaccheo e va a pranzo con i peccatori, perdona la Maddalena, perdona lāadultera, perdona la Samaritana, cosa ĆØ, un manica-larga? No. Fa la giustizia di Dio, che ĆØ misericordiosa”.
E lāaltra domanda che Le volevo fare ĆØ se lāesperienza della misericordia ci obbliga a dire qualcosa anche al mondo delle istituzioni, della politica, degli Stati? CioĆØ, cāĆØ anche questa valenza?
“Ma, io soltanto dirĆ² una parola che ho imparato da un anziano sacerdote. E mi viene di dirgli anziano, ma ha quattro anni meno di me, ma per me ĆØ un anziano, perchĆ© ĆØ saggio. Eā curioso: io mi sento piccolo, giovane davanti a lui perchĆ© lui ha quella saggezza dellāanzianitĆ . E lui mi ha insegnato una parola sulla malattia di questo mondo, di questa epoca, di questo tempo: la cardiosclerosi. Credo che la misericordia sia la medicina contro questa malattia, la cardiosclerosi, che ĆØ proprio alla base di questa cultura dello scarto: ‘Ma, questo non serve; questo anziano, ma, alla casa di riposo; questo bambino che viene, no, no, no: mandiamolo al mittente ā¦’, e si scartano. ‘No, dobbiamo prendere [colpire ndr] questa cittĆ nella guerra; quellāaltra?’ ā ‘Ma, buttiamo le bombe, dove [ovunque] cadano: sullāospedale, sulle scuole ā¦ ‘: sono gente da scartare, no? E alla base di questa cultura dello scarto cāĆØ la cardiosclerosi, che credo sia una delle malattie piĆ¹ gravi di questo momento. LāincapacitĆ di sentire tenerezza, di avvicinarsiā¦il cuore duroā¦’Io devo andare su quello scopo e non mi interessa lāaltro: io ci vado’. E non penso a tante brutte che si fanno sulla strada per andare lƬ. Non so se ho risposto alla sua domanda, perchĆ© lāho sentita e sono partito in quarta su questa stradaā¦”
Sempre sulla misericordia, cāĆØ questo doppio binario per cui uno puĆ² pensare: no, riguarda gli altri o riguarda me stesso ā¦ In qualche modo, quanto puĆ² riguardare ā appunto ā il rapporto tra gli Stati? Come si puĆ² costruire un mondo piĆ¹ misericordioso?
“Pensiamo in questa terza guerra mondiale che stiamo vivendo, perchĆ© ĆØ la terza guerra mondiale a pezzetti, no?: qui, qui, qui ā¦ ma siamo in guerra; le armi si vendono e le vendono i fabbricanti e i trafficanti di armi. E anche le vendono alle due parti in guerra, perchĆ© si guadagna, no?, con il traffico delle armi ā¦ E lƬ cāĆØ una durezza di cuore molto grande: manca tenerezza. Il mondo di oggi ha bisogno di una rivoluzione della tenerezza. ‘Ma, Dio ā¦’: fermiamoci. Dio si ĆØ fatto tenero, Dio si ĆØ avvicinato. Paolo dice ai Filippesi: ‘GesĆ¹ ha svuotato se stesso per avvicinarsi, si ĆØ fatto uomo come no’ Quando parliamo di Cristo, non dimentichiamo la carne di Cristo. E questo mondo ha bisogno di questa tenerezza che dice alla carne di accarezzare la carne sofferente di Cristo, non [di ndr] fare piĆ¹ sofferenze! Credo che gli Stati che sono in guerra devono pensare bene che una vita vale tanto, e non dire: ‘Ma una vita non importa, mi importa il territorio, mi importa questo ā¦’. Una vita vale piĆ¹ di un territorio! E per i fabbricanti di armi, per i trafficanti di armi la cosa che meno vale ĆØ una vita. Questa ĆØ una parola che mi diceva un tedesco: ‘Heute, das Billigste ist das Leben (Das Billigste, heute, ist das Leben)’. [Oggi, la cosa che costa meno ĆØ la vita]”
Lāultima domanda, SantitĆ : tra un mese compirĆ 80 anni ā¦
“Chi? Io?”
Lei ā¦ Le sue giornate, lo vediamo, sono sempre strapiene di impegni, i pensieri sicuramente non Le mancano ā¦ Delle volte La vediamo stanco, eppure ā se si puĆ² usare un termine cosƬ con un Papa ā non La vediamo mai stressato, come lo siamo in molti noi, che viviamo in questa societĆ dove lo stress e anche la depressione sono malattie sociali. La domanda che viene ā ma sincera ā ĆØ: come fa? CāĆØ un segreto che puĆ² condividere con noi?
“CāĆØ un the speciale? [ride, ridono] Non so come faccio, ma ā¦ io prego: quello mi aiuta tanto. Prego. La preghiera ĆØ un aiuto per me, ĆØ stare con il Signore. Celebro la Messa, prego il Breviario, parlo con il Signore, prego il Rosario ā¦ Per me, la preghiera aiuta tanto. Poi, dormo bene: ĆØ una grazia del Signore, questa. Dormo come un legno. Il giorno delle scosse del terremoto, non ho sentito nulla, eh? Tutti hanno sentito, il letto che ballava ā¦ No, davvero, dormo sei ore ma come un legno. Forse questo aiuta la salute ā¦ Ho le mie cose, no? Il problema della colonna che va bene, per il momento ā¦ e faccio quello che posso e non di piĆ¹: in quel senso, mi misuro un poā, no? Ma non so cosa dirle: ĆØ una grazia del Signore ā¦ non so…”
Grazie, SantitĆ , e auguri, in anticipo ā¦
“E grazie a voi per quello che fate con la comunicazione e la proclamazione della Parola del Signore, le testimonianze cristiane, della vita della Chiesa, della vita della gente, della vita dei poveri, della vita di quelle persone che hanno piĆ¹ bisogno del nostro aiuto. E non dimenticate che la malattia piĆ¹ grossa, oggi, ĆØ la cardiosclerosi e che ci vuole una rivoluzione della tenerezza”.
di Paolo Ruffini e Luca Brunelli