Angola, grido d’allarme della Chiesa. I vescovi del paese africano avvertono che il Sud del Paese vive in condizioni di estrema fragilità. Non piove da molto tempo. C’è una grave carestia. Il bestiame non trova da mangiare. I contadini non lavorano e vivono nell’indigenza. Perciò l’episcopato chiede all’esecutivo di dichiarare lo Stato d’emergenza. Ciò permetterebbe di portare aiuti alla popolazione. Consentendole di rialzarsi. “I nostri mezzi sono ormai insufficienti– sottolineano i presuli-. La Caritas nazionale e gli organismi di assistenza non riescono ad aiutare. E la situazione desta gravi preoccupazioni”. L’agenzia missionaria vaticana Fides rilancia l’appello di monsignor Stanislao Chindekasse.
Stato di emergenza in Angola
Solo la dichiarazione di stato di emergenza favorirebbe una rapida azione. Per affrontare i gravi problemi in cui versa in modo particolare la zona meridionale del Paese. Le aree del Sud da anni sperimentano una gravissima crisi. Ciò ha condotto decine di migliaia di persone alla fuga verso la vicina Namibia. Per porre rimedio a una condizione di fame vera e propria. Sottolinea l’episcopato dell’Angola: “La quasi totalità della popolazione è con noi. E approva la presa di posizione della Chiesa. Perché essa è a contatto diretto con la gente. E ne conosce la sofferenza”.
Elezioni
L’Angola si prepara alle elezioni che si svolgeranno il prossimo agosto. “Come vescovi- conclude monsignor Stanislao Chindekasse- abbiamo scritto una lettera a tutti i cittadini. Perché partecipino al voto ed esprimano il loro parere. Nello stesso tempo chiediamo che il processo sia trasparente. E speriamo che l’appuntamento elettorale sia un momento positivo per tutta la popolazione”.