Accogliere tutti, a partire dai più fragili, senza paure e senza ideologie distorte. Papa Francesco all’Angelus torna a parlare di migranti in vista della Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dalle Nazioni Unite, che sarà celebrata il 20 giugno. “L’incontro personale con i rifugiati dissipa paure e ideologie distorte, e diventa fattore di crescita in umanità, capace di fare spazio a sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti”, ha detto il Pontefice aggiungendo che “l’attenzione concreta va a donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni. Ricordiamo anche nella preghiera quanti di loro hanno perso la vita in mare o in estenuanti viaggi via terra. Le loro storie di dolore e di speranza possono diventare opportunità di incontro fraterno e di vera conoscenza reciproca“.
Bergoglio ribadisce che accogliere è nient’altro che vivere il Vangelo. E nel giorno in cui la Chiesa celebra il Corpus Domini sottolinea: “Nell’Eucaristia Egli offre sé stesso come forza spirituale per aiutarci a mettere in pratica il suo comandamento, amarci come Lui ci ha amato, costruendo comunità accoglienti e aperte alle necessità di tutti, specialmente delle persone più fragili, povere e bisognose”.
Francesco, nei saluti ai fedeli in una piazza san Pietro caldissima, dove tuttavia erano presenti alla preghiera mariana 20 mila persone, ha fatto un riferimento anche alla tragedia che sta vivendo il Portogallo: “Esprimo la mia vicinanza al caro popolo portoghese” colpito dall'”incendio devastante” che ha causato morti, feriti e distruzione. “Preghiamo in silenzio” è stato l’invito rivolto ai pellegrini in Vaticano.
Il Papa chiude la giornata con la messa a san Giovanni in Laterano e la tradizionale processione del Corpus Domini fino alla basilica di Santa Maria Maggiore. Per la prima volta nella storia si tiene di domenica per evitare troppi disagi alla città e favorire la partecipazione. Ma si può essere presenti anche attraverso radio e tv. Così Papa Francesco ha invitato a partecipare all’evento anche i carcerati e le suore di clausura.