La voce degli ultimi

mercoledƬ 6 Novembre 2024
13.2 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

mercoledƬ 6 Novembre 2024

“Anche io penso al mio congedo”

Un commento piĆ¹ che unā€™omelia, un commento di questo brano”. PerchĆ© “il testo parla da sĆ©”. CosƬ si ĆØ espresso Papa Francesco questa mattina durante la celebrazione della Messa a S. Marta riferendosi alle letture del giorno e in particolare al passo degli Atti degli Apostoli in cui Paolo si congeda dagli anziani della Chiesa di Efeso sulla spiaggia di Mileto. “Quando io leggo questo, penso a me – ha confidato il S. Padre quasi al termine del suo commento –Ā Penso a me pure, perchĆ© sono vescovo e devo congedarmi. Chiedo al Signore la grazia di potermi congedare cosƬ. E nellā€™esame di coscienza non uscirĆ² vincitore come Paolo, ma il Signore ĆØ buono, ĆØ misericordioso”. E, ha aggiunto Francesco, “penso ai vescovi, a tutti i vescovi: che il Signore dia la grazia a tutti noi di poterci congedare cosƬ, con questo spirito, con questa forza, con questo amore a GesĆ¹ Cristo, con questa fiducia nello Spirito Santo”. E dunque, ha concluso, “preghiamo per tutti i vescovi, perchĆ© camminino su questa strada di Paolo per poter, alla fine, fare un testamento cosƬ”.

Come riporta l'Osservatore Romano, il Papa ha infatti ricordato che “si ĆØ vescovi per il gregge e non per la carriera: lā€™ultimo consiglio presbiterale di san Paolo, un vero e proprio 'congedo', ĆØ il miglior 'testamento'Ā possibile perchĆ© al centro di tutto cā€™ĆØ GesĆ¹ Cristo”.”E'Ā un passo forte, un passo che arriva al cuore – ha detto il Papa –Ā ma ĆØ anche un passo che ci fa vedere il cammino di ogni vescovo allā€™ora di congedarsi”. Riferendosi al discorso dell'Apostolo, il Papa ha ricordato cheĀ Paolo “dice quello che lui pensa che aveva fatto, quello che ha fatto, e lo sottopone al giudizio di tutti”, come “una sorta di esame di coscienza del vescovo davanti al suo presbiterio. Leggendo questo con la nostra mentalitĆ  ā€” ha continuato ā€” puĆ² sembrare che Paolo sia un poā€™ orgoglioso, che Paolo si vanti troppo delle cose”. Al contrario, “ĆØĀ oggettivo, dice quello che ha fatto”Ā e “si vanta soltanto di due cose: si vanta dei propri peccati e si vanta della croce di GesĆ¹ Cristo che lo ha salvato”. E in un altro passo, “guardando se stesso dice: 'Ma io sono un peccatore, ho perseguitato i cristiani, ho ucciso. Sono come il frutto di un aborto'Ā ā€” fa una descrizione forte di se stesso ā€” 'ma mi vanto di tutto questo'Ā e 'guardo il Signore ma anche mi vanto di GesĆ¹ che mi ha salvato, che mi ha chiamato, che mi ha scelto'”. Quando Paolo “dice queste cose ĆØ oggettivo: dice quello che ha fatto, ma il suo spirito ĆØ lontano da ogni vanitĆ  umana. ƈ reale”. PerciĆ² “dopo questo esame di coscienza cosƬ chiaro che abbiamo sentito, in un secondo passo dice: 'Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme'”. Paolo vive “questa esperienza del vescovo: il vescovo che sa discernere lo Spirito, che sa discernere quando ĆØ lo Spirito di Dio che parla e che sa difendersi quando parla lo spirito del mondo”.

Paolo sta andando a Gerusalemme dove lo attendevano persecuzione e sofferenze: “Va verso la tribolazione, verso la croce e questo ci fa pensare allā€™entrata di GesĆ¹ a Gerusalemme: lui entra per patire e Paolo va verso la passione”Ā dicendo “a me non importa la mia vita, purchĆ© il Signore conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato”. CosƬ “porta il servizio, la vita; si vede il germoglio del martirio, il martire. Si offre al Signore, obbediente”. Il terzo passo dell'Apostolo, “dopo aver fatto lā€™esame di coscienza, dopo aver detto dove andrĆ  e cosa lo aspetta” ĆØ il congedo:Ā l'espressione “non ci vedremo piĆ¹ –Ā ha detto il Papa – ĆØ come se fosse la morte, con quella tenerezza”.

Riferendosi alla seconda parte del discorso, che sarĆ  letta domani, il Papa ha parlato di un testamento di Paolo: non “il testamento mondano“, perchĆ© “il suo amore grande ĆØ GesĆ¹ Cristo”Ā e “il secondo amore, il gregge”. Piuttosto un'esortazione: “fate la veglia sul gregge; siete vescovi per il gregge, per custodire il gregge, non per arrampicarvi in una carriera ecclesiastica“.Ā PaoloĀ “finisce con il cuore grande, il cuore umile di quellā€™uomo che sa che lui non puĆ² fare nulla: 'E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia'”. Come a dire: “Dio vi custodirĆ , lui vi aiuterĆ , vi darĆ  la forza: lui ha la potenza di edificare e concede lā€™ereditĆ  fra tutti quelli che da lui sono santificati”. Poi “torna unā€™altra volta sullā€™esame di coscienza: 'State attenti, non ho desiderato nĆ© argento nĆ© oro nĆ© il vestito di nessuno'. E'Ā povero”. Dopo la preghiera e il pianto c'ĆØ il commiato: “E lo accompagnarono fino alla nave”. In queste parole ci sono “lā€™amore, la tenerezza dei presbiteri verso il loro vescovo: il bacio, lā€™abbraccio, il pianto. Il testamento di Paolo ĆØ una testimonianza, ĆØ anche un annuncio”Ā ed “ĆØ anche una sfida: 'Io ho fatto questa strada. Continuate voi'”.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario