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Allo Ior utile di 36 milioni nel 2016

L’Istituto per le Opere di Religione (Ior) ha pubblicato il proprio bilancio all’interno del Rapporto Annuale per il quinto anno consecutivo. Un bilancio 2016 è stato sottoposto a revisione contabile dalla Deloitte & Touche. Il documento contabile è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di Sovrintendenza dello Ior e ha proposto alla Commissione Cardinalizia la distribuzione integrale degli utili realizzati alla Santa Sede. Un esercizio che si è chiuso con un utile netto di 36 milioni contro i 16,1 dell’anno precedente.

I numeri del bilancio

L’Istituto ha servito nel 2016 circa 15.000 clienti diffusi globalmente che hanno affidato allo IOR risorse per un valore totale di 5,7 miliardi di euro, in linea con l’anno precedente (5,8) di cui circa 3,7 miliardi relativi a risparmio gestito e in custodia. La nota diramata dall’Istituto sottolinea che si è “a continuato a ridurre le spese operative, che si sono attestate su 19,1 milioni contro 23,4 milioni del 2015 grazie alla razionalizzazione dei contratti di servizio con terzi. Tale risultato gestionale è stato conseguito attraverso una efficiente attività di negoziazione, in un contesto di elevata volatilità dei mercati, instabilità
politica dovuta agli esiti inattesi dei maggiori eventi elettorali dell’anno e bassi tassi d’interesse. Al 31 dicembre 2016, il patrimonio dell’Istituto al netto della distribuzione
degli utili è pari a Euro 636,6 milioni, corrispondente ad un CET1 ratio del
64,53%, evidenziando elevata solvibilità e profilo di basso rischio”.

Governance e trasparenza

Sul piano organizzativo, sono stati raggiunti altri obiettivi previsti dal business plan 2016, tra cui i più importanti hanno riguardato la governance e la trasparenza. “Lo Ior – si legge nella nota – ha consolidato e rafforzato la “governance” ed il sistema dei controlli interni. Il principale miglioramento riguarda la definizione ed implementazione del ‘Risk
Appetite Framework’, proseguendo sulla strada del continuo adeguamento al nuovo quadro regolamentare dell’AIF per ottenere coerenza con i migliori standard internazionali in materia”. Quanto alla trasparenza, lo Ior sottolinea che “il 15 ottobre 2016 è entrata in vigore la Convenzione fra il Governo della Repubblica Italiana e la Santa Sede in materia fiscale, prodromica all’inserimento della Santa Sede nella ‘white list’ fiscale” dell’Italia, avvenuto il 23 marzo 2017.

Il presidente: “Il nostro impegno continua”

“Tutto l’impegno dedicato dal Consiglio fin dal 2014 continuerà nel 2017 – ha dichiarato nella presentazione del Rapporto il presidente del Consiglio di sovrintendenza Jean Baptiste de Franssu – Migliorare l’esperienza dei clienti presso IOR, essere pienamente conforme ai regolamenti AIF, continuare nell’impegno relativo alle tematiche antiriciclaggio, lavorare sull’evoluzione di alcuni aspetti del modello aziendale dell’Istituto, sviluppare l’approccio dello IOR agli investimenti etici, migliorare l’analisi sugli aspetti relativi alla governance e consolidare il ruolo delle funzioni di controllo rappresenteranno l’obiettivo principale del Consiglio”.

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