Monsignor Henri Teissier, da storico arcivescovo di Algeri, è stato per molti anni la guida di una Chiesa capace di farsi apprezzare per l’amicizia con la gente e per il dialogo quotidiano. Il suo successore monsignor Paul Desfarges descrive a Fides il momento e il volto della Chiesa d’Algeria. Segnata in tempi recenti dalla morte di uno dei suoi più grandi testimoni, monsignor Henri Teissier (1 dicembre 2020). E dalla celebrazione del secondo anniversario della beatificazione dei 19 martiri d’Algeria (l’8 dicembre 2020).
Chiesa d’Algeria
Spiega il presule all’agenzia missionaria vaticana: “La Chiesa d’Algeria risale al II secolo. Con i suoi martiri e Sant’Agostino. È una Chiesa che vive con il suo popolo e per il suo popolo. Che è in maggioranza musulmano. Sulle orme di monsignor Henri Teissier, continuerà ad essere una Chiesa dell’incontro. Al servizio della fraternità con tutti e per tutti. L’8 dicembre è stato il giorno in cui il corpo del nostro fratello Henri ha ritrovato il paese e la terra dove ha amato e ha servito. Veniva rinnovato un grande segno di fraternità. Tracciato nel cielo di Orano durante la beatificazione dei nostri 19 martiri. Esattamente due anni dopo”.
Sentiero
L’arcivescovo di Algeri ricorda a Fides monsignor Teissier. “Per me era un fratello. Ha aperto e ha tracciato un sentiero. E noi continueremo lo stesso percorso. E’ il ventesimo beato. Avrebbe potuto essere ucciso con gli altri 19 durante l’ondata di violenza che ha travolto l’Algeria. Gli è stato concesso di continuare ad accompagnare la sua Chiesa nelle difficoltà. Aiutandola a rimanere fedele, nel perdono. Nella pace. Nel vincolo di alleanza che la univa al suo popolo. Anch’esso in un terribile calvario“. Giornate cariche di emozione hanno mostrato la fraternità che ha attraversato le due sponde del Mediterraneo. Da Lione ad Algeri. Passando per Marsiglia. In quei momenti “tutti hanno potuto ascoltare e vivere la felicità delle Beatitudini. Si assaporava già il Regno di una fraternità che trascende ogni cultura e religione ed è realmente universale”.
Radicamento
Ben radicata e divenuta pienamente “Chiesa d’Algeria” e non “Chiesa in Algeria”. La comunità cristiana vive con il popolo l’ennesima fase di fragilità. Complicata dalla pandemia. E dalla lunga assenza di Abdelmadjid Tebboune. Il presidente è ricoverato in una struttura ospedaliera in Germania. Racconta l’arcivescovo: “Siamo una Chiesa cittadina al servizio della società che ama. I cristiani come tutti i cittadini stanno soffrendo la pandemia. Con tutte le restrizioni imposte dalle misure sanitarie. Il Paese resta chiuso ai voli commerciali all’estero. E sono ripresi solo i voli interni. I mezzi di circolazione, specialmente tra i distretti, rimangono limitati. La crisi economica si sta facendo sentire. E le famiglie bisognose aumentano in modo preoccupante.