Padre Ibrahim Alsabagh, il francescano parroco della chiesa latina di san Francesco di Assisi ad Aleppo, è tornato nei giorni scorsi in Italia per raccontare quello che sta accadendo nella martoriata città siriana dopo la cacciata dell'Isis e per cercare aiuti per la popolazione. Ieri, come riporta il Sir, è stato a Crema, in occasione della “Fiera delle nebbie” organizzata dai ragazzi del catechismo della Cattedrale, che hanno raccolto e consegnato al frate 7.500 euro ricavati dal mercatino da loro allestito.
“La città ha ripreso a muoversi, il traffico lo dimostra, e il lavoro è il motore migliore per mettere in marcia il Paese e dare speranza al nostro popolo. I segnali ci sono: 49 famiglie di rito latino sono tornate a vivere ad Aleppo, le coppie giovani hanno raggiunto quota mille e nell’ultimo periodo una settantina di fidanzati si sono sposati – ha raccontato – Il Natale è la Parola incarnata e noi la mettiamo in pratica attraverso la carità nei confronti dei poveri: è questo il principio con cui festeggeremo la nascita di Gesù” ha proseguito rilevando che “il Natale è una bellissima festa, però noi pastori sentiamo sempre grande amarezza: nonostante il lavoro svolto, c’è ancora tantissimo da fare e cerchiamo di trovare il coraggio per aiutare ancora di più la comunità: un padre di famiglia, mentre piangeva, mi ha raccontato che lavora, ma non riesce a sfamare i tre figli”. Padre Alsabagh ha lasciato la Cattedrale di Crema con tre targhe da affiggere in tre negozi di nuova apertura ad Aleppo: “Le etichette – ha spiegato – testimoniano il sostegno concreto ricevuto da Crema. Sono tre dei numerosi progetti di microeconomia grazie ai quali abbiamo aiutato 300 persone ad aprire un’attività. Quasi 400 persone sono in attesa di un contributo”.
L’invito “Francesco, va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina – ha rilevato – lo facciamo nostro e continuiamo a fornire aiuti economici per ricostruire le case. Finora sono 756 quelle tornate ad essere abitabili, con il record di 62 solo nel mese di ottobre. La mia intenzione, come parroco, è concentrarmi sulla Parola di Dio, che dà forza di guarigione e vita nuova: tutti noi ne abbiamo bisogno, perché vediamo i risultati devastanti della guerra. Se quest’anno il nostro Natale sarà più tranquillo, la popolazione vive ancora nella sofferenza. Ecco perché, nelle settimane che conducono al 25 dicembre, e il giorno stesso, faremo del nostro meglio per organizzare le feste più belle: la comunità ha bisogno di qualche momento di gioia”. In concreto, “distribuiremo a 900 famiglie il pacco alimentare e i sacchetti di dolci per i bambini, mentre abbiamo procurato un alloggio ai malati di tumore e prepareremo tanti regali per i poveri. Tutta Aleppo è povera – ha concluso – non serve andare agli angoli della città per trovare persone che non hanno nulla”.