L’Africa ha fame e sete. Nel Corno d’Africa la popolazione soffre un’emergenza umanitaria senza precedenti. All’agenzia missionaria vaticana Fides il grido d’allarme di Martin Griffiths. Il sottosegretario agli Affari umanitari è reduce da una visita in Kenya. E avverte: “Siamo fuori tempo massimo. Abbiamo bisogno di fondi per salvare vite umane”. Sos per l’emergenza che stanno vivendo le regioni del Corno d’Africa. La zona è duramente colpita dalla più forte siccità mai registrata dal 1981. Attualmente 15 milioni di persone ne sono vittime. Ma potrebbero diventare in breve tempo 20 milioni. Solo in Etiopia l’insufficienza alimentare è aumentata del 80% in 3 mesi. Il Paese affronta la difficoltà per la raccolta dei dati in Tigray e Afar. Non è possibile avere numeri esatti. Ma nella sola Somali Region, 2,6 milioni di persone hanno un consumo alimentare insufficiente. Quasi il 40% della popolazione.
Corno d’Africa in emergenza
Il prefetto apostolico di Robe è padre Angelo Antolini. Da testimone oculare il religioso francescano racconta quello che sta succedendo nella Somali Region. In questo periodo si trova a Gode, parte delle prefettura. E riferisce a Fides che il governo centrale sta provvedendo come può. Ma la situazione sta peggiorando. “Si tratta della peggiore siccità degli ultimi quarant’anni”, conferma Mustafa Muhumed Omar. Il presidente della Somali Region stima che “un milione di capi di bestiame siano morti”. Il bestiame in tutta la regione è in cattive condizioni di salute. E si prevede che molti altri moriranno a causa dell’aumento delle malattie. Sono “urgentemente necessarie campagne di vaccinazione e mangimi. Per salvare il nucleo riproduttivo”.