Riprende stasera alle 20,30 nella chiesa di San Camillo ad Acireale l’Adorazione eucaristica settimanale del venerdì. Un appuntamento comunitario nel quale si esprime il “sensus Ecclesiae” dei “Ministri degli Infermi“.
In adorazione
Dedicata alla Madonna delle Grazie, ad Acireale è conosciuta come la chiesa di san Camillo. In quanto, appena ultimata la costruzione, fu affidata alla cura dei Camilliani che arrivarono ad Acireale nel 1740. I “ministri degli infermi” sono i religiosi con il quarto voto di assistenza ai malati e la croce sul petto. Nel ciclo pittorico dell’edificio sacro in cui stasera alle 20,30 riprende l’Adorazione eucaristica settimanale sono effigiate la beatificazione di Camillo de Lellis voluta da papa Benedetto XIV nel 1742. E la sua successiva canonizzazione avvenuta nel 1746. Il superiore della comunità nel Catanese, fra Carlo Magione e i suoi confratelli si raccolgono in preghiera con i fedeli.
Inno a Maria
Secondo l’insegnamento di Camillo che vedeva nella Vergine la madre dei morenti e la salute degli infermi. La loro missione tra gli ultimi è un inno a Maria, come quella di fratel Leonardo Grasso, martire missionario commemorato il 24 marzo dalla Chiesa italiana. “La Vergine rappresenta uno dei cardini della spiritualità dei camilliani- spiegano Anna Coco, Maria Coco, Antonella Agata Di Gregorio-. La sua sollecitudine verso i bisognosi ha fortemente influenzato il carisma camilliano. La presenza di Maria non solo ha guidato la vita di Camillo. Ma ha accompagnato i momenti essenziali della vita dell’ordine dei Ministri degli infermi. Non a caso la conversione di Camillo, l’ispirazione a fondare l’ordine, la sua consacrazione e quella dei suoi primi compagni sono avvenuti in giorni dedicati a Maria. Nel 2003, dopo un accurato restauro, gli affreschi che impreziosiscono l’interno della chiesa di Acireale sono stati restituiti alla loro originaria bellezza“.
Ispirazione
La chiesa di San Camillo ad Acireale sorge sulla settecentesca via Galatea. E tra l’architrave e il balcone balaustrato, trova posto la croce. Stemma dei camilliani. San Camillo, quando ebbe l’ispirazione di creare la Compagnia dei Ministri degli infermi, pensò ad una compagnia di uomini. Che si consacrassero alla cura dei malati. E che avessero come distintivo la croce. Il valore che Camillo attribuì a questo simbolo è immenso. La croce, infatti, oltre a rievocare il sacrificio di Cristo, rimanda al sacrificio di chi come lui ha scelto di spendere la propria vita. Dedicandosi agli ultimi. E a coloro che non hanno speranza di guarigione. La croce è la compagna con cui percorrere la via del dolore e della sofferenza. Anche attraverso il dono della propria vita. La croce di Camillo risponde al comando interiore che dispone l’animo a servizio di chi soffre.