Aiuto alla Chiesa che Soffre è la fondazione di diritto pontificio nata nel 1947 che si occupa di sostenere i cristiani nelle zone dove sono ancora perseguitati. Il direttore Alessandro Monteduro ha presentato il nuovo piano di sostegno umanitario lanciato dall'associazione: “Dopo gli straordinari risultati raggiunti in Iraq – ha detto – intensifichiamo la nostra azione che, grazie alla generosità dei nostri benefattori, siamo certi ci permetterà di ricostruire fisicamente le strutture distrutte, e anche di provare a risanare, attraverso il sostegno alla pastorale della Chiesa, quelle ferite invisibili provocate dalla guerra. Nei giorni scorsi abbiamo dunque approvato 32 nuovi progetti stanziando 1,8 milioni di euro”.
La situazione in Siria
Il conflitto in Siria è iniziato nel 2011 e non ha dato tregua alla popolazione civile. Tanti cristiani del Paese hanno pagato il prezzo più caro di questa guerra. Molti di essi hanno subito le persecuzioni dei jihadisti ed hanno visto finire la pacifica convivenza religiosa resistita per tanti anni. I terroristi dell'Isis hanno distrutto chiese paleocristiane e bizantine, saccheggiato i luoghi di culto e ordinato ai religiosi di smettere di suonare le campane. Ora che la situazione interna della Siria sembra essere tornata più stabile ed il governo di Assad pare aver ripreso il controllo di buona parte del territorio, si può pensare alla ricostruzione.
I nuovi progetti
Aiuto alla Chiesa che Soffre si propone di dare il suo prezioso contributo a questo scopo. Il direttore Monteduro ha spiegato: “Questi nuovi progetti si aggiungono ai tanti altri che stiamo realizzando in Siria. Nel solo 2018 sono 121 gli interventi già realizzati o in corso d’opera, per un valore di circa 7 milioni di euro”. Il piano di ricostruzione si concentrerà nella città più colpita dal conflitto, Aleppo, dove l'esercito di Assad è rientrato solo nel febbraio scorso: qui saranno avviati sette progetti tra cui la ristrutturazione delle cattedrali armena, maronita e siro-cattolica.
Aiuto per le famiglie
Non solo chiese: ACS indirizzerà fondi anche per ridare una casa a quelle famiglie cristiane che hanno perso la loro sotto i bombardamenti. Dopo la fine del periodo più duro di conflitto, bisogna ora pensare a combattere “un'altra battaglia – come ha ricordato Monteduro – quella contro la miseria che deve vederci tutti impegnati nell’assicurare alle famiglie cristiane una vita dignitosa e le condizioni necessarie a ricominciare. Soltanto così faremo in modo che altre famiglie cristiane non lascino il Paese a causa delle drammatiche condizioni di vita. È una scommessa che noi di ACS siamo fiduciosi di poter vincere. Così come, e i dati dei ritorni a Ninive lo provano, stiamo vincendo quella in Iraq!”.