I cristiani in Nigeria tra povertà, coronavirus e terrorismo. La fondazione pontificia Acs sostiene per Natale le famiglie cristiane di Aleppo. In un Paese distrutto dalla guerra la pandemia è un dramma nel dramma. Il virus si è diffuso molto rapidamente. E la situazione di emergenza sanitaria è aggravata dall’inutilizzabilità di molti ospedali gravemente danneggiati dal conflitto. Il ponte solidale viene promosso da “Aiuto alla Chiesa che soffre” mobilitando risorse ed energie sul martoriato territorio siriano.
Cristiani in povertà estrema
Nella città ampie fasce di popolazione vivono in estrema povertà. A causa di questa ulteriore emergenza in molti hanno perso il lavoro. E la oro sopravvivenza diventa ogni giorno più difficile. Per la pandemia migliaia di famiglie, soprattutto cristiane, rischiano di sprofondare nella più totale disperazione. La Chiesa di Aleppo, in prima linea dall’inizio della guerra, ha comunicato che 6.190 famiglie cristiane con bambini e anziani hanno bisogno di aiuto. Acs intende aiutarle anche quest’anno. Con una nuova iniziativa di emergenza che fornirà loro cibo e medicinali.
Nigeria tra povertà e terrorismo islamico
In Nigeria, Acs sostiene la vedove e le vittime cristiane di Boko Haram a Maiduguri. Nell’ agosto 2014 gli estremisti islamici di Boko Haram invasero la città di Baga, nello Stato nigeriano di Borno. Rebecca, suo marito Bitrus e i due figli Zachariah (tre anni) e Jonathan (un anno) tentarono la fuga. Ma la donna e il figlio minore vennero catturati. Rebecca perse anche il bambino che portava in grembo. Rimasta prigioniera per due lunghissimi e terribili anni, assistette alla spietata morte del piccolo Jonathan gettato in un lago da un terrorista. La giovane cristiana dopo numerosi abusi sessuali diede alla luce un bambino frutto delle violenze sofferte.
A difesa dei perseguitati
Rebecca è solo una tra le migliaia di donne nigeriane che hanno subìto lo stesso ignobile trattamento. La diocesi di Maiduguri è la più estesa della Nigeria. E comprende l’intero territorio degli Stati federati di Borno e Yobe e la parte settentrionale dello Stato di Adamawa. Il vescovo, consapevole del dolore individuale e sociale causato dalla diffusa violenza, ha disposto una adeguata formazione dei sacerdoti per il sostegno dei fedeli traumatizzati. Soprattutto verso le 8.000 vedove e gli oltre 17.000 orfani. La speranza è riuscire a costruire un centro che consenta di essere adeguatamente assistite da un team di esperti. E salvaguardia di Rebecca, delle vittime di ignobili soprusi e violenze, e delle innumerevoli vedove. L’obiettivo finale è porre tutte loro nella condizione di costruire autonomamente il proprio futuro e quello degli orfani. Grazie anche alle competenze lavorative che acquisiranno nella struttura. Il centro, con sede nella città di Maiduguri, consentirà di seguire 150 donne l’anno.