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A giugno il pellegrinaggio del Pontefice sulle tombe di don Mazzolari e don Milani

Il prossimo 20 giugno, Papa Francesco si recherà in pellegrinaggio a Bozzolo, paese della provincia di Mantova, e a Barbiana, nei pressi di Firenze, per pregare sulle tombe di don Primo Mazzolari e di don Lorenzo Milani. La visita, che si svolgerà in forma privata e non ufficiale, avrà inizio alle 7:30, ora in cui il Pontefice lascerà il Vaticano in elicottero. Alle 9:00 è previsto l’arrivo nel campo sportivo di Bozzolo, dove sarà accolto dal sindaco e dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni. Nella Parrocchia di San Pietro, il Papa pregherà dunque sulla tomba di don Primo Mazzolari, per poi tenere un discorso commemorativo ai fedeli presenti in chiesa.

A Barbania

Poi, sempre in elicottero, si trasferirà a Barbiana, dove l’arrivo è previsto alle 11:15. Beroglio sarà accolto dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e dal sindaco. Francesco si recherà quindi in visita privata presso il Cimitero del luogo, dove si raccoglierà in preghiera sulla tomba di don Lorenzo Milani, in occasione del 50.mo anniversario della sua morte. Nella chiesa adiacente seguirà l’incontro con i discepoli di don Milani ancora viventi. Poi la visita alla canonica e al giardino, dove terrà un discorso commemorativo, alla presenza dei discepoli, di un gruppo di sacerdoti della Diocesi e di alcuni ragazzi ospiti di case-famiglia. Alle 12:30 la partenza per il Vaticano, è atteso per le 13:15.

Un viaggio “riparatorio”

Un viaggio riparatorio, dunque, per fare “ammenda” delle grandi ingiustizie che i due sacerdoti hanno subito da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche. Don Milani continua ad essere calunniato tutt’oggi, come accaduto nelle scorse settimane, dopo che lo scrittore Walter Siti ha avanzato alcuni interrogativi sugli orientamenti sessuali del priore di Barbiana, peraltro non supportati da nessuna prova. Ma Papa Francesco la pensa diversamente: “Tutti – ha affermato Bergoglio in un messaggio reso noto alla vigilia dell’annuncio del viaggio – abbiamo letto le tante opere di questo sacerdote toscano, morto ad appena 44 anni, e ricordiamo con particolare affetto la sua ‘Lettera ad una professoress’, scritta insieme con i suoi ragazzi della scuola di Barbiana, dove egli è stato parroco. Come educatore ed insegnante egli ha indubbiamente praticato percorsi originali, talvolta, forse, troppo avanzati e, quindi, difficili da comprendere e da accogliere nell’immediato”. Anche don Mazzolari, definito “profeta” da Paolo VI e “Tromba dello Spirito Santo in terra mantovana”, da Giovanni XXIII, don Primo non si stancò mai di schierarsi al fianco dell’uomo. Subì un attentato fascista nel 1931. Nel dopoguerra i suoi scritti sul tema della pace gli attirarono le sanzioni del Vaticano: nel 1954, infatti, fu imposto a don Primo il divieto assoluto di predicare fuori dalla propria parrocchia e il divieto di pubblicare articoli riguardanti materie sociali. A luglio del 1951 gli venne imposto il divieto di predicare fuori diocesi senza autorizzazione e il divieto di pubblicare articoli senza una preventiva revisione dell’autorità ecclesiastica.
Ma oggi la figura e la spiritualità del sacerdote lombardo, riconosciuto dalla Chiesa come “servo di Dio”, sono, come ha ricordato il Papa, “un punto di riferimento per la vita cristiana di questo tempo”.

In Egitto senza auto blindata

Nel frattempo, il Pontefice si prepara ad andare in Egitto. In un Paese di quasi 90 milioni di abitanti, in cui l’89 per cento sono musulmani sunniti, circa il 10 per cento copti ortodossi e solo lo 0,1 per cento, cattolici, di diversi riti, Papa Francesco arriva come uomo di pace. Cinque i discorsi previsti, a cominciare da quello ai partecipanti alla Conferenza internazionale sulla Pace dove interverrà anche il Grande Imam di Al Azhar. Quindi l’incontro con le autorità e la visita al Papa copto ortodosso Tawadros II, al termine del quale insieme andranno nella vicina Chiesa di San Pietro e Paolo, colpita in dicembre da un attentato, per una preghiera ecumenica per i cristiani uccisi. Il giorno dopo, la Messa e l’incontro con il clero, i religiosi e i seminaristi. Per gli spostamenti Papa Francesco non userà l’auto blindata ma una normale autovettura, ha detto il direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, che ha affermato: “Il Papa vuole dare segni positivi. E’ sereno, non è ingenuo, conosce la situazione in Egitto, sa cosa è successo con i copti negli ultimi anni, specialmente durante la Domenica delle Palme ma vuole dare anche un segno positivo. Per quanto è possibile, a lui piace la normalità, per questo si sposta con una macchina normale, coperta, però ci saranno due momenti in cui si sposterà con la golf car: durante la Messa del Sabato per stare in mezzo alla gente, e durante l’incontro al Seminario, quando ci sarà un momento di preghiera con i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi. Anche lì farà un giro con la golf car”.

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