A Norcia è la giornata del ricordo. Stamattina, alle 7.41, è stato ricordato il terremoto di magnitudo 6.5 che due anni fa, il 30 ottobre 2016, sconvolse il piccolo centro umbro e tutta la Valnerina: sotto la statua di San Benedetto, in pieno centro città e davanti la facciata della Basilica rimasta in piedi, i monaci benedettini hanno guidato con i loro canti un momento di riflessione e preghiera. Sotto una pioggia battente, si sono radunati il priore padre Benedetto Nivakoff e l'intera comunità religiosa nursina, compreso il sindaco Nicola Alemanno e il vicario generale della diocesi Spoleto-Norcia, mons. Luigi Piccioli, e in presenza anche di Catiusca Marini, presidente della Regione Umbria.
La ricostruzione
La Basilica distrutta divenne presto il simbolo della devastazione di Norcia causata dal terremoto, il più forte registrato dal 1980. Non fece vittime, perchè molti erano già sfollati dalle scosse precedenti, ma ci furono diversi feriti e danni gravissisimi agli edifici e ai beni artistici. Il restauro della Basilica ha mosso i primi passi nell'agosto scorso, quando si è tenuta la prima riunione. A guidare il lavoro è il prof. Antonio Paolucci, presidente della Commissione ministeriale di indirizzo per il restauro della Basilica di Norcia, già direttore dei Musei Vaticani fino al luglio 2016. “Come riuscii a recuperare San Francesco (ad Assisi, ndr) riuscirò a farlo con San Benedetto”, promette Paolucci.
Il comitato pro Basilica identica
Arrivano quasi a tremila, intanto, le firme raccolte per chiedere che la Basilica di San Benedetto venga ricostruita così com'era, senza stravolgimenti evocati nel corso di questi due anni. Oggi saranno sottoposte alla Commissione di indirizzo, che dovrà decidere le linee guida per la riedificazione dell'edificio sacro. Organismo che si riunisce oggi. “I firmatari sono cittadini ma anche semplici innamorati della terra di San Benedetto che hanno inviato la loro adesione da ogni parte del mondo”, ha spiegato Francesco Ferrari, il portavoce del Comitato spontaneo pro Basilica identica, che si è costituito un paio di mesi fa. “Quasi tremila firme – ha aggiunto – sono moltissime, sono quasi tremila cuori ed esistenze che hanno preso posizione. Bisogna tornare a credere nelle forze piccole e sane, che insieme spostano le montagne”. Secondo il comitato, la Basilica deve essere ricostruita proprio come era prima del sisma perché, come si legge nella lettera aperta scritta dal comitato, “nella sua forma semplice e candida, vista dalla piazza, noi riconoscevamo, ogni volta che il nostro sguardo la trovava, una forma amica e il punto di confluenza di 'energie' profonde”. “In essa – prosegue il testo – poteva materializzarsi, quasi fisicamente, tutto il nostro orgoglio identitario e, quindi, il nostro essere di credenti e cittadini“.