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Card. Semeraro: “Quando Santi e Beati sono una risposta alle sfide della vita”

L'intervista esclusiva di Interris.it al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, in occasione della Solennità di Tutti i Santi. Con un focus anche sui beati Carlo Acutis e Sandra Sabatini, ispirazione per i giovani di oggi

“Oggi c’è inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi”. Con questa citazione dal diario della beata Sandra Sabatini, il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, offre una riflessione profonda nell’intervista esclusiva rilasciata a Interris.it in occasione della Solennità di Tutti i Santi. Il cardinale Semeraro è una figura di spicco nella Chiesa cattolica, con una lunga esperienza nella riflessione e nella promozione della santità. In questa occasione, la sua prospettiva offre una visione illuminante su come i santi possano rappresentare un modello concreto di vita cristiana per i fedeli di oggi. Essi non sono figure storiche o astratte, ma esempi tangibili di carità e misericordia in grado di ispirare le scelte di vita di chiunque, anche dei non credenti, nello scegliere in Bene nella complessità e disumanizzazione della società contemporanea. Il cardinale offre inoltre uno sguardo anche sulle figure più “recenti”, come il beato Carlo Acutis e la beata Sandra Sabatini, modelli per le giovani generazioni. E sottolinea l’importanza del messaggio di Papa Francesco sui valori della misericordia e dell’accoglienza, incarnati eroicamente dai 14 santi recentemente canonizzati.

IL CARDINALE MARCELLO SEMERARO PREFETTO DEL DICASTERO DELLE CAUSE DEI SANTI. CREDIT: ALESSIA MASTROPIETRO

L’intervista al cardinale Marcello Semeraro

Eminenza, cosa rappresenta la solennità di Tutti i Santi per la Chiesa di oggi?

“In questa festa la Chiesa ancora pellegrina sulla terra ricorda tutti coloro che hanno raggiunto la patria del cielo e nel corso della storia sono stati proclamati santi, ma onora pure tutti quelli che hanno vissuto nella pienezza della fede e dell’amore anche se attraverso una esistenza semplice e nascosta”.

Come i santi possono ispirare la vita quotidiana dei fedeli, delle famiglie? E aiutare nelle sfide della società contemporanea?

“I santi e le sante non sono delle figure astratte, bensì concrete; persone in relazione con tante altre e vissute in specifici contesti storici avvertendone anche tutte le istanze e le problematiche cui, con le loro scelte di vita, hanno cercato di dare una risposta avendo come modello il Signore Gesù. La santità non è per se stessi; perciò la sua forma più alta è la carità”.

Come il messaggio di Papa Francesco sulla misericordia e l’accoglienza si riflette nelle vite dei santi canonizzati e nei nuovi santi proposti dal Dicastero?

“Misericordia e accoglienza sono i gesti di Dio per noi, che noi vediamo ricapitolati nelle braccia aperte di Gesù crocifisso. Sono davvero tanti i santi e le sante che hanno mostrato efficacemente questo volto di Dio, anche nella Chiesa di oggi. Fra i più recenti pensiamo ai beati coniugi polacchi Józef e Wiktoria Ulma con i loro figli: accolsero in casa otto ebrei perseguitati e furono per questo uccisi dai nazisti”.

Ci può illustrare alcuni esempi recenti di santi che hanno avuto un impatto significativo nella vita della Chiesa e della società?

“I nomi che spontaneamente mi tornano alla memoria sono san Giovanni XXIII e san Paolo VI e in particolare all’evento che singolarmente li congiunge: il Concilio Vaticano II, che san Giovanni Paolo II ha indicato come ‘profezia per la vita della Chiesa’. Quanto alla società penso al beato martire Rosario Livatino, ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore della legalità radicato nel Vangelo”.

Cosa rappresentano figure come Carlo Acutis e Sandra Sabatini per le nuove generazioni di fedeli? Nello specifico: come possono ispirare i giovani di oggi a vivere la loro fede in un contesto così complesso, edonistico e spesso alienante quale quello contemporaneo?

“Aristotele scriveva che ‘i giovani vivono la maggior parte del tempo nella speranza…’. Il panorama odierno dei giovani non è, in generale, più questo. Nello scorso mese di maggio un grosso quotidiano italiano riportava questa affermazione del cantante Ultimo: ‘Essere giovani oggi è tremendo. Perché sei senza punti di riferimento’! Carlo Acutis e Sandra Sabatini erano giovani, ma la loro figura offre un messaggio ben diverso”.

Cosa ci può insegnare la vita di Carlo Acutis riguardo all’uso della tecnologia per diffondere il messaggio cristiano?

“Effettivamente egli era geniale nell’uso delle nuove tecnologie, al punto da essere proposto come ‘patrono di Internet’. In epoca di Followers, però, egli si è fatto discepolo di Gesù, così come in una epoca di volontà di potenza ha scelto l’umiltà di Cristo, il quale da ricco si è fatto povero per noi; in una epoca segnata dalla estrema mobilità, egli diceva che l’autostrada per il Paradiso è l’Eucaristia”.

Quali aspetti della vita di Sandra Sabatini possono essere un esempio in termini di testimonianza e servizio?

“La indicherei come santa della carità. Leggendo le pagine del suo Diario ci è facile scoprire quanto in lei la carità sia stata creativa e concreta, attenta al dramma della povertà e considerata come strada verso la santità. Ha lasciato scritto nel suo diario: ‘Povertà è povertà, e non è sufficiente fare il voto di povertà per essere poveri in spirito. Se veramente amo, come posso sopportare che un terzo dell’umanità muoia di fame, mentre io conservo la mia sicurezza e stabilità economica? Facendo così, sarò un buon cristiano, ma non certamente un santo ed oggi c’è inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi'”.

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