Il video è terrificante. Sembrano le immagini di un pittoresco videogioco in stile “picchiaduro” le cui protagoniste sono donne in burqa. E invece è la realtà: cinque donne si affrontano per almeno 34 secondi su un marciapiede di Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, come se stessero su un ring. Violenza pura e incontrollata con il tradizionale abito nero che copre loro il corpo in modo integrale, viso compreso: calci, pugni, strattoni. Ma l’aspetto più agghiacciante della zuffa è che a rimetterci sia una povera bambina, l’unica con una nota di colore (è vestita di rosa in mezzo a questa prevalenza nera). La piccola, in braccio a una donna, forse la madre, finisce più volte con violenza sull’asfalto. La donna la preleva dal terreno ogni volta ma poi, impegnata in un corpo a corpo, la fa cadere di nuovo. Le automobili passano lentamente di fianco alla rissa, nessuno però scende per preoccuparsi quanto meno della sorte della piccola. Anzi, c’è chi si preoccupa piuttosto di fare il video finito in rete, con il sottofondo musicale di una musica araba.
Appena un paio di mesi prima aveva fatto il giro del web il video di un episodio simile, sempre a Ryad. Un gruppo di donne si era azzuffato, ma stavolta per questioni automobilistiche e non c’era di mezzo un’ignara bambina. Aveva però attirato la curiosità della rete perché era stata descritta come la prima rissa tra donne automobiliste in Arabia Saudita dopo la caduta del divieto per loro di guidare. Nei giorni scorsi, invece, la tv araba Al Jazeera aveva dato notizia del primo furto d’auto compiuto da una donna a soli tre mesi dalla riforma in tema di codice della strada.