Nonostante l’obbligo di chiusura imposto per contrastare l’emergenza Covid-19, un titolare di una pasticceria napoletana pubblicizzava sul profilo social e della sua attività la vendita a domicilio delle zeppole di San Giuseppe dolce tipico della tradizione pasticceria napoletana, preparato con modalità leggermente diverse nelle varie regioni dell’Italia meridionale. Il nome deriva dal fatto che in alcune regioni dell’Italia meridionale centro-meridionale è un dolce tipico della festa di San Giuseppe. La prima ricetta scritta risale al 1837, nel trattato di cucina napoletana di Ippolito Cavalcanti. Gli ingredienti principali sono la farina, lo zucchero, le uova, il burro e l’olio d’oliva, la crema pasticcera, una spolverata di zucchero a velo e le amarene sciroppate per la decorazione.
Social galeotti
La scoperta del laboratorio “clandestino” – che teoricamente doveva essere chiuso – è avvenuta proprio grazie alla pubblicità che i gestori avevano diffuso sui vari canali social. I carabinieri di Marano sono intervenuti e hanno denunciato per inosservanza dei provvedimenti quattro persone: il titolare e 3 dipendenti al lavoro in quel momento nonostante le disposizioni nazionali in materia di isolamento e quarantena. Tra i denunciati figura anche anche un uomo, addetto alle vendite, ritenuto elemento di spicco del clan Nuvoletta, sodalizio criminale egemone nel comune napoletano. La pasticceria è stata sequestrata e segnalata alle autorità competenti per la sospensione della licenza.