Quando sei il numero uno al mondo del tuo sport, devi esserlo anche nella vita fuori dal campo. Ma in questi giorni serpeggia un po' di tensione sulle superfici di gomma e acrilico del tornero Us Open di New York. Prima il dito medio mostrato all'arbitro, in favore di telecamere, dal tennista russo Daniil Medvedev. Poi la minacciosa replica del campione Nenad Djokovic alle parole di un tifoso che forse lo aveva provocato mentre il serbo era impegnato nella sessione di riscaldamento pre-partita.
La minaccia
Nel video che gira in rete si vede Djokovic pronto al servizio che si volta e con passo deciso si porta verso gli spalti, scambia qualche battuta con un interlocutore che non si vede, poi torna verso il campo. Ma continua a guardare l'altra persona, e a dirgli, sia a parole che a gesti: “Ti troverò, dopo verrò e ti troverò. Fidati di me”. Secondo il suo compagno d'allenamento, il primo al mondo nella classifica dei tennisti Atp era nervoso per un problema a una spalla che lo infastidiva prima della partita ed era arrivato con un'ora di ritardo allo Usta Center. Nulla di tutto questo però ha impedito all'europeo di battere 6-3, 6-4 e 6-2 l'avversario statunitense Denis Kudla. Riporta La Stampa che nell'incontro con i giornalisti dopo il match, Djokovic ha detto: “Non credo fosse sua intenzione, ma quel fan mi ha fatto un favore. Gli offrirei un drink”. Un ripensamento tardivo, visto come diventano virali i video che mostrano gli aspetti meno nobili dei campioni della sport. Proprio in virtù della loro visibilità e notorietà, spesso questi atleti sono presi a modello da tanti giovani a cui dovrebbero trasmettere i valori positivi dello sport. L'impegno, il sacrificio e soprattutto il rispetto.