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Un'Ave Maria blasfema per chiedere l'aborto

Una finta cerimonia religiosa, dai toni blasfemi, per chiedere la legalizzazione dell'aborto. E' quanto accaduto in Irlanda, dove un gruppo di attivisti pro-choice ha inscenato un'“Ave Maria” rileggendo la scena evangelica dell'Annunciazione in chiave perversa.

La campagna per l'aborto…

La campagna pro-aborto è tornata sulle scene dei media irlandesi a ridosso del referendum: i cittadini, a maggio, dovranno votare circa l'abrogazione, o meno, dell'ottavo emendamento della Costituzione, testo che riconosce il diritto alla vita del bambino non ancora nato. Molte persone antiabortiste stanno esortato la nazione a ''Salvare l'ottavo emendamento”, e, di contro, gli attivisti pro-choise hanno dato vita a una propaganda che alcuni osservatori definiscono “inquietante”, poiché “pervasa di fervore sacrilego”. Su Twitter ha spopolato il video di un gruppo di donne e due uomini che recitavano solennemente “La Rinuncia”, ovvero la Madonna che rifiuta di concepire il Gesù, in un'affollata stazione di autbus a Dublino.

 

…blasfema

Avviata nel 2015 da un gruppo di attivisti, in collaborazione con la Campagna per i diritti degli aborigeni, “La Rinuncia interviene, rispettosamente, nello spazio riflessivo offerto dalla preghiera dell'Angelus, per offrire approfondimenti non censurati su esperienze vissute”. O almeno è quello che credono i suoi creatori. Secondo gli attivisti, la pseudo celebrazione inscenata a Dublino “fanno riferimento alla preghiera dell'Ave Maria che commemora il momento in cui Maria ha esercitato il suo libero arbitrio nell'accettare di rimanere incinta”. In altre parole, usano i versetti del Vangelo per rifiutare quello che definiscono “il tentativo di imporre la gravidanza su di noi”. Quello che più allarma è che questo “spettacolo” è stato finanziato dall'Arts Council Artist; quindi queste performance sono viste non come un atto blasfemo che potrebbe offendere i cristiani, bensì come un'innoqua sceneggiata. Ma i pro-life non hanno rinunciato alla loro battaglia: molte associazioni si sono unite per condurre un'unica campagna per salvare l'ottavo emendamento. 

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