Siamo ormai abituati a videogiochi violenti che veicolano messaggi molto pericolosi specialmente per i più piccoli. Quello che arriva dalla Polonia, però, si contraddistingue per il cattivo gusto e la mancanza di rispetto nei confronti della tragedia più grave del Novecento.
Il videogame
“Cost of Freedom”, gioco virtuale in uscita in Polonia e presentato con un trailer su Youtube, è ambientato in un campo di sterminio nazista e consente al player di impersonare un ufficiale tedesco al tempo della Seconda Guerra Mondiale che deve impedire la fuga dei prigionieri ebrei. Il contenuto del trailer, dunque, sembra profilare quello che è un vero e proprio oltraggio alla memoria della Shoah. E' sempre discutibile quando l'industria del divertimento si serve di atrocità per fare profitti. E' ancora più grave se ad essere utilizzati per questi fini sono tragedie immani come quella dell'Olocausto costata la vita a11 milioni di persone, di cui 6 milioni di fede ebraica per mano del regime nazista di Adolf Hitler.
Il trailer
Il riferimento ai lager nel trailer diffuso su Youtube è piuttosto evidente: nelle immagini, infatti, si vedono i binari ferroviari e il cancello di ingresso del campo che ricorda quello di Auschwitz per la presenza della scritta “Arbeit macht frei”. Il lancio del discusso videogame non ha lasciato indifferente la giustizia polacca: Lukasz Lapczynski, il portavoce della procura per l'ufficio del procuratore distrettuale, ha rivelato che attualmente si sta lavorando per raccogliere prove nell'indagine aperta per crimine di “oltraggio alla nazione polacca e promozione di un regime fascista”. Del caso si è interessata anche l'agenzia governativa Institute of National Remembrance che al pubblico ministero ha segnalato la possibile violazione di tre reati: l'articolo 133 del codice penale, cioè reati di insulto alla nazione o allo stato polacco; il 256 per la propagazione del fascismo o di altri sistemi totalitari e incitamento pubblico all'odio sullo sfondo delle differenze nazionali; l'articolo 257 che persegue chi insulta pubblicamente un popolo a causa della sua affiliazione nazionale ed etnica.