“Non preoccupatevi, stiamo organizzando gli squadroni della morte e nel giro di due giorni riportiamo la normalità”. Sono le parole shock messe nero su bianco in un post sui social network del coordinatore della Protezione Civile di Grado (Gorizia), Giuliano Felluga, in merito alla rivolta dei richiedenti asilo ospitati alla ex caserma Caverzani di Udine.
Il post pubblicato su Facebook
Le parole quanto mai scioccanti sono state scritte come risposta a un post su Facebook dell’ex assessore provinciale, Ilaria Cecot. Quando un utente ha chiesto spiegazioni, Felluga ha aggiunto: “Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio così non rompono più”. E ancora in un’altra risposta: “A grado ci sono persone che metterebbero la firma per avere la roba da mangiare che loro (i migranti, ndr) buttano via. E noi sappiamo solo assistere gli stranieri e i nostri non li aiutiamo”.
L’ira del sindaco Dario Raugna
“Ho provveduto alla immediata sospensione dal ruolo di coordinatore della Protezione civile comunale e anche promosso un’azione disciplinare nei suoi confronti, essendo anche un nostro dipendente municipale”: lo ha affermato, all’ANSA, il sindaco di Grado (Gorizia), Dario Raugna, in merito alla vicenda del suo collaboratore che ha evocato gli squadroni della morte per porre un freno alla rivolta dei migranti all’ex caserma Cavarzerani di Udine.
“Mi dissocio in maniera netta da queste affermazioni che peraltro portano discredito all’intera Protezione civile – ha aggiunto Raugna – e non mi do pace per questo terribile scivolone da parte di una persona che si è sempre distinta per generosità, basti pensare che soltanto due giorni fa l’avevo proposto per un encomio ufficiale per l’impegno profuso per l’emergenza Covid-19 e ancora prima in quella dell’acqua alta autunnale. E’ evidente che l’iter è stato immediatamente stoppato”.
“C’è una responsabilità significativa della politica in questo tipo di accadimenti – ha concluso il sindaco -: non è possibile sdoganare certe posizioni di odio che poi la gente si sente di fare proprie”. Quasi contestualmente alla notizia della sospensione dall’incarico, il coordinatore della Protezione civile di Grado ha rassegnato le proprie dimissioni.
La posizione della Protezione Civile
Il coordinatore dei volontari della Protezione Civile di Grado sarà “immediatamente sospeso”. Lo sottolinea una nota del Dipartimento della Protezione Civile in merito ai post pubblicati da Giuliano Felluga sui social nei quali il responsabile dei volontari ipotizzava l’uso di “taniche di benzina” e “forni crematori” per riportare l’ordine nell’ex caserma Caverzerani di Udine dove era scoppiata una rivolta da parte dei migranti. “Il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, la Protezione Civile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il Comune di Grado stigmatizzano le parole diffuse sui social dal coordinatore dei volontari comunali, Giuliano Felluga – si legge in una nota del Dipartimento – La protezione civile è una funzione a cui concorrono tutte le amministrazioni, dal piccolo Comune fino alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e tutte si riconoscono nella missione di tutelare la vita”. Ecco perché, conclude il Dipartimento, “le parole usate in quei post sono quanto di più lontano possa esistere dallo spirito dei nostri volontari e da quello dell’intero servizio Nazionale”.