La commemorazione dei propri defunti, sin dai tempi più antichi, è un momento solenne e a dir poco personale. Ciascuno di noi può vivere ed ha diritto a vivere il lutto come meglio crede. Non a Tropea (Vibo Valentia) dove l'ultima ordinanza comunale vieta di portare fiori freschi al cimitero.
Il caso
Il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, ha emesso un'ordinanza con la quale vieta di portare fiori freschi per le tombe del cimitero cittadino. Macrì afferma che il divieto si rende necessario “in quanto, durante i mesi estivi, con l'innalzarsi delle temperature, occorre porre in essere provvedimenti per la prevenzione di fenomeni di inquinamento, nocivi per la salute dei cittadini. La presenza di fiori freschi nel cimitero comunale rappresenta una potenziale causa di inquinamento per la rapida decomposizione determinata dal caldo intenso”. Il sindaco Macrì ha anche disposto il divieto di utilizzare l'acqua per i portafiori nel cimitero. Entrambi i divieti, secondo quanto é stabilito nell'ordinanza, resteranno in vigore fino al prossimo 30 settembre. Per i trasgressori è prevista una sanzione da 25 a 500 euro. Quella di Tropea non è una novità assoluta, giàin passato altri amministratori ha emanato un atto identico: Giugliano (Napoli) Sarno (Salerno), Casagiove (Caserta) solo per citarne alcuni. Ed in molti altri sono stati pubblicat sui siti istituzionali e affissi all’ingresso dei cimiteri comunali i diktat che sanciscono il divieto di porre fiori o piante freschi sulle lapidi del cimitero comunale in tutto il periodo estivo. Restrizioni, come detto, spesso motivate per una presunta esigenza ambientale. Inspiegabile. Anche perché magari i congiunti si attrezzeranno con fiori di plastica, che sotto il profilo dell'ecosostenibilità è sicuramente inquinante. Allora come si spiegano queste ordinanze? Forse con la più avvilente e classica delle motivazioni: il denaro che le amministrazioni comunali sperano di spillare ai malcapitati cittadini.