Inuovi treni sono troppi grandi per essere utilizzati. E' la “storia infinita” della Linea 6 della metropolitana leggera di Napoli, quella che collega Fuorigrotta a Mergellina. Chiusa nel lontano 2013 per i lavori di prolungamento della linea, dovrebbe – il condizionale è d'obbligo – tornare in esercizio quest’anno con l’apertura delle stazioni San Pasquale, Arco Mirelli e, nel 2019, Chiaia.
12 metri in meno
Peccato che – finiti ai lavori di prolungamento – i nuovi treni previsti dal contratto non potranno probabilmente essere utilizzati: lunghi 39 metri, sono infatti troppo grandi per essere calati sui binari dall’unico “pozzo” di lavorazione, che è largo soltanto 27. Dodici metri in meno che fanno la differenza.
L'assessore Calabrese
La matematica non piega però le certezze dell'assessore alla mobilità del Comune di Napoli, Mario Calabrese, che è intervenuto con forza sulla polemica. “Tutti i treni passano nelle gallerie. Ogni treno è stato progettato in base all'infrastruttura che dovrà percorrere”, ha assicurato. E il buco? No problem: “I treni nuovi – ha spiegato Calabrese – quando arriveranno troveranno la galleria per essere messi in rete e potranno essere manutenuti”: Come? Mistero. “Per i prossimi due anni – conclude Calabresi su Ansa – saranno in esercizio i treni già esistenti, che passano in tutte le galleria come ci passano i treni nuovi”.
Molteplici criticità
Ma, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, le criticità del progetto di Anm (la municipalizzata che gestisce il trasporto locale della città di Napoli) sono molteplici. Da un lato, mancano i 62 dipendenti necessaria a muovere i convogli, che costerebbero alla società 2,5 milioni di euro l’anno; dall’altro, servirebbe anche il deposito dei nuovi treni, che al momento non esiste. Il treno c'è, ma lo spazio – e i manovratori – no. Più della matematica, servirebbe una magia.