Quando per la prima volta Hannah Mouncey, nato uomo e diventato donna sui documenti a seguito di un intervento chirurgico nel 2016, si era rivolta all'Australian Football League (Afl), la sua richiesta di poter giocare nella Nazionale australiana femminile di pallamano era stata respinta perché lei, 1.90 di altezza per 100 chili di peso, “avrebbe avuto un ingiusto vantaggio fisico sulle avversarie”. Nel febbraio scorso, tuttavia, la svolta. La Lega aveva cambiato idea, consentendo a questo trans, un passato nella Nazionale australiana maschile di pallamano, di poter giocare tra le donne.
E' così che nel maggio scorso, a Melbourne, il debutto di Mouncey – 28 anni – nella Nazionale femminile. In questi giorni, in pieno campionato asiatico in corso, Mouncey sta facendo la differenza tra le fila dell'Australia di pallamano. Nel debutto nella competizione, l'Australia ha incontrato il Kazakistan. Mouncey ha contribuito a far terminare il primo tempo in parità – 15 a 15 – siglando quattro reti, che a nulla sono servite però nel computo finale: a vincere sono state le kazake. Quattro gol segnati anche nelle partite successive, contro il Giappone e contro l'Iran. Nella partita che ha posto le australiane dinanzi agli iraniani, in particolare, il suo contributo è servito a far vincere la partita 29 a 24. Una vittoria fondamentale: ora, se l'Australia vincerà anche il derby contro la Nuova Zelanda, la Nazionale potrà staccare un biglietto per la Coppa del Mondo del 2019. L'apporto che Mouncey ha dato alle sue compagne di squadra è innegabile in “forza, resistenza o costituzione fisica”, proprio i tre requisiti che l'Afl sosteneva, quando negava il permesso alla trans di passare alla Nazionale femminile, avrebbero rappresentato un vantaggio spropositato rispetto alle altre giocatrici.