Bei tempi quando in gita turistica si ammiravano i capolavori dell’arte. Oggi i tour operator si inventano di tutto – anche compiendo scelte di dubbio gusto – pur di accalappiare qualche cliente in più. È il caso di un’agenzia di viaggi di Boston (Stati Uniti) che accompagna i suoi clienti da…Provenzano. Evidentemente le bellezze naturalistiche e le golosità culinarie della Sicilia non erano una motivazione sufficiente per quei turisti che hanno invece preferito passare un pomeriggio nella casa del figlio del super latitante.
Nel corso degli incontri, Angelo Provenzano, 39 anni, racconta ai turisti la sua vita e il rapporto col padre. La domanda posta più frequentemente, secondo gli organizzatori, riguarda le difficoltà nel portare un cognome così “ingombrante”. Per meglio dare risalto all’inconsueto evento, il tour operator fa precedere gli interventi di Angelo da una breve introduzione sulla storia della mafia. Un po’ come quando, prima di visitare una città, si legge sulla guida turistica i fatti storici che l’hanno contraddistinta. C’è però da chiedersi quale sarebbe il fine culturale – se esiste – di discernere di mafia col figlio di un uomo condannato a tre ergastoli per associazione mafiosa.
Di questo passo c’è da scommettere che in futuro i pullman di turisti, oltre a Firenze e Venezia, si fermeranno anche a Regina Caeli e dinanzi al carcere di massima sicurezza di Spoleto. Quasi che la malavita e i suoi protagonisti siano diventati più “cool” delle ricchezze – artistiche, naturalistiche, culturali e gastronomiche – di quello che, non a caso, è considerato ovunque il “Bel Paese”. Magari qualcuno ha già pensato di proporre dei macabri tour (quelli spontanei esistono già, purtroppo) sui luoghi ove sono stati compiuti i delitti più efferati, da Avetrana a Perugia, passando per Brembate e Garlasco. È proprio il caso di dire che non c’è limite alla stupidità umana.