Categories: Bocciato

“Tende solo per musulmani”: discriminazioni tra profughi

Logo Interris - "Tende solo per musulmani": discriminazioni tra profughi

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: "Tende solo per musulmani": discriminazioni tra profughi

Si chiama campo Millénaire, è ubicato lungo la Senna, nel cuore di Parigi, ed è un luogo dove si accalcano abusivamente le tende di profughi giunti in Francia dal Corno d'Africa. Il campo è al centro di una polemica politica, perché i cittadini sono esasperati dalla situazione di degrado e invocano lo sgombero, ma nonostante i tentativi di intervento delle forze dell'ordine, tutto resta immutato da tempo.

Tutto, comprese le discriminazioni che i sudanesi e i somali perpretrerebbero nei confronti degli eritrei. Condividono la condizione di indigenza, ma ciò non crea un clima solidale, la religione li divide. I primi sono musulmani, i secondi cristiano-ortodossi. Come riporta Il Giornale.it, nella rubrica Gli Occhi della Guerra, sudanesi e somali avrebbero il monopolio della gestione delle tende in cui dormire, lasciando così gli eritrei all'addiaccio.

L'inviata del quotidiano italiano è stata guidata da un dipendente del comune parigino che si trovava al campo. “Guarda qui”, ha detto, indicando una delle tende che erano appena state portate da alcuni uomini a bordo di un camioncino. Sulla tenda blu c’era una scritta: “Dono della comunità musulmana“. Secondo la testimonianza dell'uomo, spesso alcune associazioni musulmane locali vengono al campo per aiutare i migranti. “Hanno appena portato una decina di tappeti di preghiera e alcune tende”. Quelle tende, però, non sono per chiunque, ma esclusivamente per i migranti musulmani presenti nel campo. “Insomma – riferisce Il Giornale.it – se un eritreo cristiano ne avesse avuto bisogno, non avrebbe potuto prenderla. E, anzi, avrebbe rischiato dei guai. Ma le discriminazioni riguardano anche il mangiare”. L'uomo spiega che “a volte portano cibo e lo danno prima a loro, poi, se rimane, agli altri”.  E aggiunge: “Inutile provare a chiedere conferma agli eritrei di quanto ti sto raccontando. Non te lo diranno. Hanno paura”.

redazione: