Violentata a 27 anni e ora risarcita completamente. Peccato che ormai, di anni, ne abbia quasi 100! È la paradossale vicenda di una donna che subì uno stupro durante la Seconda guerra mondiale e alla quale la Corte dei Conti ha riconosciuto, in una recente sentenza, il diritto a essere risarcita dallo Stato italiano per i danni morali sofferti. Rosa, come molte donne dell’epoca, fu vittima di quelli che la storia chiamò le “marocchinate” ad opera dei “goumiers”, le truppe coloniali nord-africane dell’esercito francese agli ordini del generale Alphonse Juin, che – dopo aver fatto arretrare i tedeschi – ottennero in premio carta bianca per qualsiasi tipo di violenza sull’inerme popolazione della Ciociaria, ai piedi dei monti Aurunci, tra il 12 e il 27 maggio del’44. Uno stupro di massa che segnò e distrusse la vita di 3.000-3.500 donne e minorenni, secondo le stime più attendibili, e di un numero imprecisato di uomini che, per cercare di proteggere le loro mogli e figlie, vennero sodomizzati e uccisi. Su questo triste capitolo di storia, Alberto Moravia scrisse il romanzo La Ciociara dal quale Vittorio De Sica ne trasse un film ricordato, tra l’altro, per la magistrale interpretazione di Sofia Loren.
Rosa venne ricoverata in ospedale alcuni mesi dopo la violenza e negli anni subirà poi una serie di interventi chirurgici. Nel 1992 le riconoscono la pensione di guerra “per l’infermità ‘stato nevrosico’ contratta a seguito della violenza carnale subita in epoca bellica”. Ma gli avvocati della signora Rosa fanno un passo ulteriore: chiedono, sempre nel ‘92, la liquidazione del danno non patrimoniale sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale del 1987. Affermava la Corte che “la violenza carnale comporta … la lesione di fondamentali valori di libertà e dignità̀ della persona … e la loro riparazione è doverosa”. Tra domande, impugnazioni e appelli la vicenda si trascina dal 1992, quando la signora aveva “appena” 75 anni, fino al 2015 quando ormai è alle soglie dei 100. Finalmente, la “Corte dei Conti sezione prima giurisdizionale centrale” conferma l’indennizzo dei danni morali. Rosa ha ottenuto almeno la piccola o grande soddisfazione di aver ricevuto giustizia. Ma a 98 anni, dopo una vita segnata da quei giorni di terrore, forse questo è solo un dettaglio.