Quello che rivela un inchiesta dell’Adnkronos, se si dovesse riscontrare fosse la verità sarebbe un insulto e un ulteriore umiliazione per tutte quelle vittime di violenze sessuali che si sono sottoposte ad un tampone, nella speranza di dare un volto al loro aggressore e far in modo che venga assicurato alla giustizia, scoprire che in alcuni casi dopo cinque anni e senza essere neanche stati esaminati, i campioni vengono gettati nei rifiuti speciali.
I reperti sono trasmessi dal centro Svs, ossia Soccorso violenza sessuale e domestica del Mangiagalli, all’Istituto di Medicina Legale di Milano. qui vengono conservati nella stanza dei freezer dove vige la regola della rotazione, ossia i reperti più vecchi vengono tolti per lasciare spazio a quello più nuovi.
Secondo quanto riporta l’Adnkronos, la conservazione non supera i cinque anni, nonostante il fenomeno delle violenze sessuali sia in crescita. Dai 250 casi di abusi del 2005 si è passarti ai 280 del 2006, ai 340 del 2007 fino ad arrivare a quasi 350 casi nel 2008. Dal 2005 al 2015 sono oltre 5.100 le donne che si sono rivolte al centro anti violenza, ma al loro aggressore potrebbe non essere mai associato un volto in quanto molti reperti sono finiti nei rifiuti speciali.