In molti sarebbero disposti a compiere azioni discutibili per ottenere un’ora di notorietà. Comparire su giornali e televisioni o semplicemente guadagnarsi uno spazio “virale” sui social network è una delle sfide più comuni degli ultimi tempi. E proprio ieri, questo spazio di celebrità se l’è voluto guadagnare uno studente australiano in visita a Pompei. Il ragazzo, in gita scolastica, ha preso a calci un muro non affrescato della domus dell’Ara Massima negli scavi del comune campano. I carabinieri, che l’hanno fermato tempestivamente, hanno definito l’azione come un vero e proprio “atto teppistico”. Gli esperti della soprintendenza sono intervenuti poche ore dopo per effettuare un sopralluogo, che per fortuna non ha rilevato alcun danno ai beni archeologici.
Il piccolo “vandalo” diciassettenne è stato affidato a uno dei docenti che accompagnavano la sua classe in visita guidata, e ai militari ha confessato di averlo fatto per “diventare famoso”, per la notorietà.
Un tipo di notorietà che troppo spesso tende a raggiungere il desiderio dei giovani che vivono la società mediatica. Un “voler diventare famosi” privo di un senso e che talvolta, accompagnato da quella che spesso è incoscienza adolescenziale, diventa pericoloso.