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“Sono il Re di Germania”, condannato per aver raccolto milioni di euro in tributi

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Peter Fitzek, autoproclamatosi “Re di Germania”, è stato condannato a tre anni e otto mesi di carcere per truffa. L’accusa? Essersi illegalmente impossessato di 1,3 milioni di euro versati da suoi “sudditi”, a quanto pare troppo creduloni. Il tribunale di Halle ha riconosciuto Fitzek, tedesco di 51 anni, in carcere dalla scorsa estate, colpevole di attività bancaria illegale fra il 2009 e il 2013.

La truffa

Secondo i servizi interni tedeschi, Peter Fitzek appartiene ai “Reichsbuerger”, movimento eterogeneo composto da neonazisti, nostalgici dell’Impero e individui che non riconoscono lo Stato federale tedesco e rifiutano di pagare le tasse. Numerosi “Reichsbuerger” sono stati implicati negli ultimi mesi in violenti incidenti, uno dei quali è costato la vita ad un poliziotto ad ottobre e le autorità hanno intensificato le operazioni contro di loro.

Sudditi creduloni

Per quattro anni, circa 600 persone hanno versato un totale di 1,7 milioni di euro su vari libretti di risparmio, credendo di alimentare le casse del “regno”, “fondato” nel 2012 da Fitzek vicino a Wittenberg (Est), su un terreno di una decina di ettari che ospitava un ex ospedale.

Frode fiscale in Svizzera

Ma Fitzek non è l’unico ad essere finito nei guai per frode. Dopo il matrimonio con una donna svizzera un altro tedesco perde definitivamente il diritto alla naturalizzazione facilitata a causa di un episodio di evasione fiscale in Germania. Il Tribunale federale (Tf) ha confermato una decisione della Segreteria di Stato della migrazione (Sem). È stato quindi respinto il ricorso del Tedesco che aveva ottenuto la naturalizzazione nel marzo 2014. Due mesi dopo la Sem era tornata sulla propria decisione al riguardo dopo aver appreso che l’uomo aveva problemi con il fisco nel suo paese d’origine.

La giustizia bavarese gli contesta di aver sottratto al fisco oltre un milione di euro e ha emanato un ordine di arresto chiedendo alla Svizzera la sua estradizione, peraltro respinta dalle autorità elvetiche. Sposato nel 2008 con una Svizzera, l’uomo aveva inoltrato quattro anni dopo la domanda di naturalizzazione agevolata.

Secondo il Tf, è corretto che la Sem abbia cambiato parere, anche se una contravvenzione non giustifica il rifiuto della naturalizzazione. Nel caso specifico il rifiuto si basa su importanti somme di denaro e, inoltre, il reato di sottrazione fiscale costituisce un’infrazione grave. Benché le pene previste in Svizzera e Germania siano differenti, nondimeno il comportamento di un evasore del fisco è considerato contrario agli interessi della collettività. Di conseguenza il ritiro della naturalizzazione non è una misura sproporzionata conclude il Tf.

Gaetano Paciello: