Speriamo che nelle traccie, pardon, tracce dei temi di italiano che saranno presentate oggi agli studenti che iniziano la maturità non ci siano “orrori” di ortografia come quello apparso sul sito del Miur. Già, perché c’era scritto proprio “traccie”, con la i. Il grossolano errore è stato presto rimosso e la colpa, guarda un po’, è stata addossata alla società di informatica che gestisce il sito. Suvvia, è stato “un errore di battitura, che non doveva esserci”. Beh, è una scusa che magari potrebbero utilizzare gli studenti se dovesse capitare a loro. Però è difficile che i commissari possano accettarla…
“Il fornitore tecnico che gestisce l’inserimento dei contenuti sul sito del Ministero – ha precisato il Miur in una nota – ci ha fatto pervenire una lettera di scuse per l’episodio accaduto che arreca un danno d’immagine alla nostra istituzione”. E che danno… lo “svarione” ha fatto il giro dei social in un batter d’occhio.
Troppo ghiotta l’occasione di farsi una risata e di rivalersi su chi dovrebbe essere garante di un’istruzione adeguata per i giovani italiani. Centinaia le prese in giro, da quelle più innocenti (tipo: “w la squola”, “traccie di congiuntivi tra i nuovi italiani”; “ricordate di portarvi dietro la lettera acca e copiate più che potete. Ma attenzione: come direbbe il Ministero non lasciate “traccie“!”) a quelle di carattere politico che prendono di mira il ministro Valeria Fedeli (“Tranquilli, l’istruzione italiana è in buone mani”).
Anche se l’errore non può certo essere attribuito alla responsabile del dicastero di Viale Trastevere, lo strafalcione arriva dopo quello storico (in ogni senso…) della Fedeli che qualche settimana fa aveva parlato di un incontro tra Napoleone e Vittorio Emanuele III. A questo punto chi potrebbe negare la promozione al somaro di turno che si dovesse appellare a simili precedenti?