Ancora guai per Lapo Elkann, stavolta addirittura oltreoceano. Secondo quanto riportato da media statunitensi, infatti, il secondogenito di Margherita Agnelli è stato arrestato a New York con l’accusa di falsa denuncia, dopo aver simulato il suo rapimento allo scopo di ottenere, dalla sua famiglia, un corrispettivo di 10 mila dollari. Stando a ciò che si apprende dalle testate americane New York Daily news, Daily Mail, Cbs e Daily Beast, invece, i soldi sarebbero serviti per saldare il debito di due notti brave, trascorse tra droga e alcol.
L’imprenditore trentanovenne, scrivono i tre quotidiani, avrebbe contattato la famiglia inscenando il suo sequestro, e chiedendo la consegna della cifra per il pagamento del proprio riscatto. Tuttavia, sembra che un membro della famiglia avrebbe contattato la polizia newyorkese la quale, organizzando una finta consegna del denaro, una volta appurata l’inesistenza del rapimento, ha concluso l’operazione con l’arresto di Elkann. Dopo essere state interpellate dall’Ansa, fonti a lui vicine non hanno né commentato l’episodio né aggiunto nulla in merito.
L’imprenditore, peraltro nativo della Grande Mela (il fattaccio si sarebbe infatti consumato all’interno del suo appartamento, all’East 28th Street), è stato rilasciato ma dovrà comparire davanti a una corte e rispondere dell’accusa che grava su di lui, ritenuta di una certa gravità negli States.
A ogni modo, non è la prima bravata che vede coinvolto il rampollo di Casa Agnelli: come ricordano i media locali, undici anni fa, nel 2005, rischiò seriamente la vita in un appartamento torinese in seguito a un’overdose da cocaina, dopo una simile notte di eccessi. Risale al 2015, invece, la tentata estorsione subita da parte di un cameriere, con il quale avrebbe condiviso, a Milano, un’ennesima nottata brava. La richiesta di denaro (120 mila euro), sarebbe servita a evitare la diffusione di presunte immagini compromettenti.