Alcuni giovani potrebbero considerarla la sbronza più epica della storia, ma c’è poco da stare allegri. Un uomo, a Vladivostok, stava festeggiando con gli amici in un locale l’arrivo del 2016 un bicchierino di vodka dopo l’altro. All’improvviso ha accusato un malore ed è piombato al suolo. Sembrava morto. I compagni della festa hanno subito chiamato un medico, che dopo aver visitato il malcapitato, ne ha constatato il decesso. E ha fatto trasportare il cadavere all’obitorio. Una serata come tante finita in tragedia.
Poco dopo, l’imprevedibile. L’uomo, dopo un’oretta passata nella camera mortuaria, improvvisamente rinviene. A quel punto si alza e inizia a battere i pugni contro la porta della cella frigorifera. Un’inserviente sente i rumori e allerta i medici. Questi decidono che la donna non ci sta tanto con la testa, “si prenda un sedativo”, suggerisce un dottore. Nasce così un battibecco, tanto che qualcuno chiama la polizia. Al loro arrivo gli agenti hanno aperto la porta dell’obitorio e nel corridoio è apparso l’uomo, infreddolito e alquanto sotto shock.
I poliziotti lo hanno riscaldato, interrogato, e infine spedito a casa propria. Ma il rinvenuto, invece di seguire l’ordine degli agenti, decide di tornare al bar e raccontare agli amici la sua disavventura. E loro sono ancora lì: con la differenza che stanno bevendo alla sua memoria. Sulle prime, quando lo vedono comparire, c’è un attimo di comprensibile tentennamento. Ma quando si chiarisce che l’amico è vivo e non si tratta di una proiezione dovuta all’alcol, allora scattano i festeggiamenti per la tragedia scampata. Tutti insieme, cocktail dopo cocktail.