Aveva rapporti sessuali non protetti nonostante da 11 anni sapesse di essere sieropositivo. Per questo un uomo è stato arrestato ad Ancona nell'ambito dell'operazione “contracted“.
Untore
L'indagine, condotta dalla Polizia di Ancona in collaborazione con il Servizio centrale operativo, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo marchigiano, si è conclusa solo nelle ultime ore. L'arresto è stato eseguito dagli agenti della squadra mobile e ora l'uomo, un 35enne aconitano, è stato trasferito nel carcere di Montacuto perché ritenuto responsabile di lesioni gravissime dolose ai danni della sua partner. La stessa donna che lo ha denunciato dopo essersi accorta di essere stata contagiata. Ora le indagini si allargano alla ricerca di eventuali sue altre frequentazioni.
La scoperta
I due – è stato spiegato in conferenza stampa – si erano conosciuti a fine anno ad una cena ed avevano cominciato a frequentarsi assiduamente dal mese di febbraio, fino a quando la giovane, lo scorso mese, a seguito di una serie di specifici malesseri fisici e insospettita da alcune dicerie sullo stato di salute del suo partner, si è sottoposta a specifici accertamenti clinici presso l'Ospedale Regionale di Torrette. Da lì la scoperta di aver contratto il virus dell'Hiv.
Indagine
Le indagini successive alla denuncia hanno accertato che l'uomo era malato dal almeno 11 ed era pienamente consapevole del proprio stato di salute. E' stato quindi considerato responsabile a titolo di dolo per non aver adottato le necessarie precauzioni per evitare il contagio alla vittima. In tal senso sono in corso indagini per identificare altri probabili partner potenzialmente contagiati. Nelle prime ore del pomeriggio del 12 giugno, al termine della delicatissima attività di indagine, i poliziotti hanno raggiunto l'indagato nella sua abitazione e lo hanno tratto in arresto su ordine del gip. Successivamente sono state eseguite le perquisizioni domiciliari delegate dalla Procura della Repubblica volte alla ricerca di ulteriori elementi di prova utili al proseguimento delle indagini. Sono stati sottoposti a sequestro computer, tablet, telefonini e supporti informatici, visto che l'uomo utilizzava soprattutto “chat” per avere nuove frequentazioni. A sorprendere gli investigatori durante le fasi dell'arresto l'atteggiamento dell'uomo, che si rifiutava di considerarsi malato affermando di ritenersi un negazionista dell'esistenza di tale malattia. Non riconoscendo di essere affetto da Hiv ha continuato negli anni ad avere rapporti sessuali, anche non protetti, senza avvisare le partner occasionali.