Save the children: “In Yemen la situazione dei minori è drammatica”

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A causa del perdurare delle violenze in Yemen che costringono i bambini e le loro famiglie a lasciare le proprie case, nove minori su dieci nei campi di sfollati non hanno accesso sufficiente a beni di prima necessità come cibo, acqua pulita e istruzione. Lo denuncia Save the children, chiedendo il pieno accesso alle comunità sfollate per migliorare i servizi per i minori nei campi.

Sette anni di conflitto

Nel settimo anno di conflitto in Yemen, circa 1,71 milioni di bambini rimangono sfollati nel Paese e tagliati fuori dai servizi di base. Mezzo milione di loro non ha accesso all’istruzione formale. Nel 2020 circa 115.000 bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro case a causa dell’escalation di violenza, principalmente intorno a Marib e nelle regioni di Hodeida, Hajjah e Taiz. Finora nel 2021 quasi 25.000 bambini e le loro famiglie hanno dovuto lasciare le proprie case.

La vita nei campi degli sfollati

I bambini nei campi, dei quali circa la metà si trova entro cinque chilometri da una linea del fronte, devono spesso camminare per ore per trovare acqua potabile e legna per cucinare. Molti di loro non hanno altra scelta che lavorare per sostenere il reddito familiare.

Save The Children: “Aumentare l’accesso degli operatori umanitari”

“I bambini sono i primi a subire le conseguenze dello sfollamento e sono i più colpiti. I combattimenti, le inondazioni che hanno distrutto i rifugi di migliaia di persone, la seconda ondata di Covid-19 e la povertà stanno costringendo tanti a fuggire: molti genitori non possono permettersi nemmeno di soddisfare i bisogni basilari dei propri figli. Questi ragazzi e ragazze si sentono insicuri nei loro rifugi di fortuna e spesso devono passare la giornata a stomaco vuoto. Per 523.000 bambini sfollati questo significa anche che non possono andare a lezione. Ogni giorno senza istruzione sgretola il loro futuro”, ha dichiarato Xavier Joubert, direttore di Save the children in Yemen.

L’organizzazione segnala che occorre fare di più per migliorare e aumentare l’accesso degli operatori umanitari alle comunità sfollate e garantire il soddisfacimento dei bisogni primari e protezione per i loro figli. Save the children chiede a tutte le parti in conflitto di “cessare immediatamente tutti gli attacchi contro persone e obiettivi civili, comprese scuole e ospedali, e di rispettare il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani nella condotta delle ostilità”.

Milena Castigli: