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Roma, ecco perché un turista irlandese è stato denunciato

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Non sono chiare le intenzioni che lo hanno spinto a compiere un gesto così sconsiderato, ma con le sue azioni ha danneggiato un monumento storico nel cuore di Roma. L’episodio risale al weekend di sabato 19 e domenica 20 settembre e si è verificato nel cuore della Città Eterna.

Cosa è accaduto

Come riporta il sito fanpage.it, un turista irlandese di 32 anni, mentre stava visitando il Colosseo ha deciso di incidere le sue iniziali su un pilastro del monumento. secondo una prima ricostruzione, l’uomo, si trovava nella zona del Parco Archeologico del Colosseo, quando avrebbe deciso di lasciare un “segno tangibile” del suo passaggio.

Con l’aiuto, probabilmente, di un oggetto appuntito ha così scalfito la superficie di un pilastro che si trova al primo livello dell’Anfiteatro Flavio, per imprimere le sue iniziali. Forse ha compiuto il gesto nella speranza che nessuno lo notasse, ma le sue azioni non sono sfuggite ai militari che presidiano il luogo che lo hanno fermato e deferito all’Autorità Giudiziaria. 

Turisti incuranti di deturpare il patrimonio artistico italiano

Non è la prima volta che dei turisti compiono azioni avventate, incuranti di procurare danni – a volte irreparabili – al patrimonio artistico italiano. Poco tempo fa, una giovane turista si è arrampicata sul tetto delle Terme centrali di Pompei per scattarsi un selfie, il tutto senza pensare ai possibili danni che poteva arrecare alla struttura, riportata alla luce dopo un paio di millenni passati sotto lava solida e rocce.

O come quando un turista austriaco per farsi un selfie ha danneggiato la statua di Paolina Borghese del Canova, spezzando le dita del piede dell’opera. Il responsabile è stato individuato e denunciato alle forze dell’ordine.

Sono molte le sciocchezze che si compiono per scattarsi un selfie o per “un momento di gloria”, senza pensare alle possibili conseguenze che possono produrre danni irreparabili o addirittura mettere in pericolo la salute fisica della persona. Ne vale la pena?

 

Manuela Petrini: