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Riceve per sbaglio 20mila euro e li spende in droga e videogiochi

Non ha probabilmente creduto ai propri occhi un adolescente di Dublino quando, improvvisamente, ha visto improvvisamente accreditati sul suo conto quasi 20mila euro, esattamente 19.639. Un errore, ovviamente. La cifra che il ragazzo avrebbe dovuto percepire, infatti, era esattamente cento volte inferiore, ossia 196,39 euro ma, a causa di un errato posizionamento della virgola, il contabile dell’azienda incaricato di retribuirlo gli ha invece elargito una somma spropositata, decisamente superiore a quanto pattuito. Avvisare dell’errore? No di certo. Il teenager irlandese, infatti, ha pensato bene di tenere per sé quella considerevole somma di denaro e di impiegarla per togliersi qualche sfizio: l’acquisto di una playstation, di un letto nuovo ma, soprattutto, diverse quantità di droga.

Un movimento che non è sfuggito alle Forze dell’ordine locali, le quali hanno immediatamente individuato il soggetto e proceduto al suo arresto, sia per non aver allertato l’azienda dello sbaglio che per aver dilapidato l’ingente somma senza poterne disporre. Secondo gli inquirenti, peraltro, il giovane avrebbe utilizzato parte di quei soldi, oltre che per l’acquisto di nuove quantità di stupefacenti, anche per saldare un debito di circa mille euro con uno spacciatore del posto. A completare il quadro della vicenda, un messa in stato di fermo avvenuta solo sulla carta, in quanto il ragazzo si trovava già in cella, all’interno della quale stava scontando una pena detentiva per un aggressione. Sulle sue spalle, inoltre, graverebbero già diciassette condanne per la stessa motivazione, oltre che per furto e minaccia.

Il protagonista dell’episodio, aveva lavorato per due giorni presso una società del posto, la quale aveva intenzione di retribuirlo con la suddetta somma. Ora, invece, dovrà scontare una condanna pari a 4 anni di carcere, ridotti a 2 in quanto la Corte ha riconosciuto, al momento dell’errato bonifico, lo stato di “vulnerabilità” del ragazzo. Secondo il suo legale, nel momento in cui ha visto comparire quella cifra sul proprio conto bancario, “pensava che tutte le sue preghiere fossero state esaudite. Per quanto lo riguardava, era stato un dono di Dio”.

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