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PUPAZZETTO DI BIN LADEN, FOLLE IDEA DELLA CIA PER SPAVENTARE I BAMBINI

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C’erano una volta le bambole. Poi generazioni di bambini hanno imparato a giocare con Big Jim e Barbie. Ora siamo all’assurdo: le brillanti menti della Cia hanno ideato un nuovo appuntamento ludico per le giovani generazioni, “Occhi di diavolo”. Non si tratta del fortunato manga giapponese “Occhi di gatto”, ma di un bambolotto con le sembianze di Bin Laden e il volto acceso di Belzebù. Per la Central Intelligenge Agency la guerra è guerra e contro il terrorismo bisogna pensarle tutte. E allora dieci anni fa ha dato il via a un programma segreto per realizzare un pupazzo con le fattezze di Osama Bin Laden – ex nemico numero uno dell’Occidente – che, al contatto col calore delle mani, mostrava un volto demoniaco con gli occhi spiritati. Il giocattolo col viso del diavolo doveva servire a spaventare i bambini spingendo inoltre i loro genitori a rifiutare al Qaida.

Per creare “Devil Eyes” – è questo il nome originale in inglese – il Washington Post rivela che la Cia si rivolse a una delle menti più creative del settore, Donald Levine, ex dirigente della Hasbro e padre di G.I. Joe, il pupazzo militare molto diffuso in America e non solo. Levine, morto di tumore, non ha potuto commentare la notizia della sua collaborazione con il governo statunitense, ma la sua famiglia, attraverso un comunicato, ha dichiarato che “era un fervente patriota e un orgoglioso veterano della Guerra di Corea. Quando veniva chiamato, era onorato di poter servire il suo Paese”.

Sembra che il bambolotto fosse stato prodotto con due teste smontabili: una con il turbante, e la barba stile Bin Laden e l’altra con il viso rosso e gli occhi verdi, il mostro Bin Laden. Il gioco probabilmente non era abbastanza terrificante oppure si temeva che potesse diventare un vero e proprio “oggetto di culto”, producendo l’effetto contrario di quello sperato. Fatto sta che la Cia ha abbandonato il progetto dopo la consegna dei primi prototipi. Meglio così: di una nuova creatura inquietante e terrificante il mondo ne fa volentieri a meno!

Stefano Cicchini: