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Proposta choc in Olanda: eutanasia anche per chi sta bene

Dall’Olanda arriva una proposta di legge choc che divide l’opinione pubblica: estendere il diritto al suicidio anche a chi non è un malato terminale. Se tale legge dovesse passare, i Paesi Bassi sarebbero la prima nazione al mondo a legalizzare totalmente l’eutanasia. E’ il triste obiettivo che si sono prefissati i ministri della Salute e della Giustizia, Edit Schippers e Ard van de Steur, che hanno informato il Parlamento attraverso una lettera. La proposta, pensata in particolar modo per gli anziani, potrebbe diventare una legge a tutti gli effetti entro la fine del 2017, dopo i pareri di medici e degli esperti di etica.

“I dettagli devono essere ancora messi a punto – si apprende da una lettera dei ministri pubblicata sul Daily Mail -, ma le persone che hanno l’opinione, attentamente considerata, che la loro vita sia completa devono, sotto criteri strettamente definiti, poter terminare la propria esistenza in una maniera che considerano dignitosa“. Dal 2001 l’Olanda garantisce l’eutanasia (dopo una serie di controlli medici) a malati terminali e a chi soffre di malattie mentali o demenza.

In Svizzera, dove vanno a morire anche gli italiani, la legge consente l’aiuto al suicidio se prestato “senza motivi egoistici”. In Danimarca, invece, è ammesso solo il testamento biologico (si lasciano cioè dichiarazioni sulla terapia cui ci si vuole sottoporre nel caso in cui ci si trovi nella condizione di non potersi esprimere). In Gran Bretagna, l’aiuto al suicidio è perseguito per legge, anche se il giudice può autorizzarlo in casi estremi. Più severe l’Irlanda (pene fino a 14 anni per chi offre una qualunque forma di assistenza), la Grecia e la Romania (per fino a 7 anni).

A suo tempo, il presidente della Cei, mons. Bagnasco, affermò che l’eutanasia non è un diritto, “perché la vita è un dono, nessuno se la può dare. È dono da custodire, non da possedere con un senso di proprietà assoluta. Non dimentichiamoci poi che la nostra Costituzione, garantendo le cure, riconosce che la salute e la vita sono un bene per tutta la comunità. Un aspetto veramente importante, che corrisponde a una visione della persona e della società come ‘relazionale’. La tua salute e la tua vita interessa anche me. Purtroppo ci stiamo allontanando da questo”.

 

Edith Driscoll

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